





PARTE I
Al giorno d’oggi i dibattiti sulla “guerra” tra Russia e Ucraina si sprecano, la popolazione mondiale è impegnata nel dare sostegno ad una fazione piuttosto che all’altra, basando il proprio approccio alla questione su un piano fideistico piuttosto che dialettico. Oswald Spengler, grande filosofo e storico, in una delle sue opere più importanti intitolata “Anni decisivi” così scriveva:
«Viviamo in una delle più decisive epoche della storia e nessuno se ne rende conto, nessuno lo comprende. La Rivoluzione Mondiale avanza inarrestabile verso i suoi ultimi risultati. Chi predica la sua fine o crede addirittura di averla sconfitta non l’ha compresa.»
Ebbene, mai parole furono più sagge di queste, scritte da Spengler nell’ormai lontano 1933. Da un lato, la Rivoluzione Mondiale che avanza, dall’altro una popolazione mondiale che si perde dietro alle ideologie, il tifo e le cose più effimere. Un esempio? Il crescere costante del sostegno alla Russia. Considerata dai più come una vittima sacrificale del potere americano e quindi una forza salvatrice che libererà il mondo dal male, sono in pochi a sapere che questa è una creatura dei grandi banchieri internazionali, finanziata e sostenuta dallo stesso potere che governa gli Stati Uniti. Qualcuno si domanderà la ragione di queste mie affermazioni e le risposte sono tante, una di queste è che il presente è il frutto del passato; un passato che non è come ci viene raccontato, come del resto lo stesso presente.
Che cos’è la Russia? L’asse portante del Nuovo Ordine Mondiale, il quale non è mai stato e mai sarà multipolare. James Paul Warburg, grande banchiere internazionale (figlio di Paul, tra i fondatori della Federal Reserve), nel 1950 disse: «Che lo si voglia o no, noi avremo un Governo Mondiale. La sola questione che si pone è di sapere se questo governo mondiale sarà stabilito col consenso o con la forza”. Chiaro, diretto e senza possibilità di fraintendimenti.»

Facciamo un passo indietro, siamo agli inizi del secolo scorso, la Russia dello Zar Nicola II era indebitata fino al collo con il Miglio Quadro londinese della famiglia Rothschild. Questi debiti erano rappresentati, tra gli altri, dai prestiti richiesti dallo Zar Alessandro II per la guerra contro la Turchia nel 1877 – 1878. Nel saggio “Segreto Novecento”, Gian Paolo Pucciarelli così riporta la questione dei debiti della famiglia Zarista nei confronti dei Rothschild: «Le pretese che lo Zar avanzò a guerra conclusa su Costantinopoli e il Bosforo, furono respinte dal primo ministro britannico Benjamin Disraeli, non solo perché intralciavano le rotte inglesi verso l’India, ma anche perché la Russia risultava insolvente nei confronti dei Rothschild. Ragione per cui lo stesso Disraeli prospettò l’opportunità politica di concedere prestiti contro il rilascio di garanzie reali da parte del successore di Alessandro II, ovvero Alessandro III, risultato por altrettanto inaffidabile. La costituzione “in pegno” di buona parte del tesoro dei Romanov, custodita nelle casse delle Accepting Houses londinesi, faceva peraltro riscontro al successivo ingresso della Russia fra le Potenze dell’Intesa, dopo che Nicola II era stato convinto che un ulteriore aiuto finanziario dei Rothschild (secondo le procedure e le clausole sopra descritte) gli sarebbe stato necessario per potenziare un esercito sufficiente a fronteggiare la presunta minaccia degli Imperi Centrali. Visto poi che lo Zar continuava ad essere insolvente anche per gli esiti nefasti della guerra russo- giapponese, Londra (o meglio, le Filiali londinesi dell’Investment Banking) predisponevano il gigantesco tranello di cui sarebbero state vittime lo stesso Zar e il popolo russo. Non prima però che si fosse resa politicamente giustificabile quella guerra totale da tempo prevista per ‘salvare’ i governi europei dalla bancarotta”. Questo passaggio ci fa capire esattamente come certe dinamiche dei grandi banchieri internazionali fossero già ben consolidate all’epoca, cosa mancava allora al loro piano cospirativo per il raggiungimento del dominio globale? Una rivoluzione in terra “straniera.»
Il primo tentativo di rivoluzione bolscevica avvenne già nel 1905, ma le condizioni per un suo successo ancora erano lontane dall’essere favorevoli agli Insiders di Wall Street. Utilizzerò spesso la parola Insiders per definire questo gruppo di potere che rappresenta coloro che governano il mondo, coniato da Frederick Gary Allen, conservatore americano, saggista e teorico della cospirazione, in uno dei suoi saggi più celebri intitolato “None dare call it cospiracy – Nessuno osi chiamarla cospirazione” del 1971, tradotto in italiano da Gian Paolo Pucciarelli e pubblicato attraverso la sua casa editrice Capire edizioni – Roma. Tornando a noi, saltando per ora la parentesi Pëtr Arkad’evič Stolypin di cui parleremo con tutte le dovute attenzioni del caso in un articolo a parte, la rivoluzione bolscevica fu l’evento che eliminò dalle scene l’impero degli Zar per essere sostituito dalla creatura satellite degli Insiders di Wall Street, ossia L’Unione Sovietica.

Il piano era semplice: creare prima una filiale della Bank of England negli Stati Uniti (Federal Reserve Bank, 1913) il cui fine, tra i tanti, era anche quello di avere la massima libertà di azione possibile nelle Borse internazionali, specialmente Wall Street, strumento principale, ma non l’unico, attraverso il quale vennero disposti i flussi di denaro destinati alla fondazione dell’URSS. Quindi, i fondatori della Federal Reserve erano gli stessi che fondarono l’Unione Sovietica. Sia Antony Cyril Sutton, scrittore, ricercatore, economista e accademico, nel saggio intitolato “La trilogia di Wall street” che il già citato Gian Paolo Pucciarelli con “Segreto Novecento”, per finire a Gary Allen “Nessuno Osi chiamarla Cospirazione” e James Perloff, ricercatore e saggista storico americano, con il suo Truth Is A Lonely Warrior Unmasking The Forces Behind Global Destruction – La verità è un guerriero solitario che smaschera le forze dietro la distruzione globale” (solo per citarne alcuni), ci offrono tutte le prove documentali del caso.
Tra il 1905 e il 1920, sulla base di un piano ben congegnato dal miglio quadro londinese dei Rothschild, i flussi di denaro a favore dei “rivoluzionari” bolscevichi avvennero attraverso la Kun & Loeb Company di New York, Jacob Shiff e Olof Aschberg (fondatore della Nya Banken di Stoccolma, poi rinominata Svensk Ekonomiebolaget) che andavano a braccetto con Alexander “Parvus” Helphand, teorico marxista, pubblicista e attivista del partito socialdemocratico tedesco; la famiglia dei banchieri Warburg capitanati dai fratelli Paul e Felix. I beneficiari? Vladimir Ilich Ulianov detto Lenin e il signor Lev Trozky, il cui vero nome è Brounstein che è tedesco e non russo, come documentato dal già citato Sutton, il quale riporta anche l’intervento della Croce Rossa Americana nella rivoluzione bolscevica nell’anno 1919. Una delegazione della stessa venne inviata a Mosca e venne finanziata da William B. Thomson direttore della Federal Reserve di New York. Antony Cyril Sutton, nella “Trilogia di Wall Street” scrive: «La maggior parte della delegazione era composta da avvocati, finanzieri e loro assistenti del settore finanziario di New York”. Una cosa alquanto insolita, infatti, tra i membri di spicco della spedizione in terra sovietica vi erano James W. Andrews, revisore dei conti della Liggett &Meyers Tobacco; St. Barr, vicepresidente della Chase National Bank e della Chase Securities Company, entrambe dei Rockefeller, solo per citarne alcuni. Inoltre, dai registri dell’ambasciata americana a Pietrogrado risulta il pagamento di 4.000 rubli al principe Lvoff, presidente del Consiglio dei ministri per l’aiuto ai “rivoluzionari” e 10.000 rubli suddivisi in due rate ad Aleksandr Fëdorovič Kerenskij per l’aiuto ai “rifugiati politici.»





Il già menzionato Gary Allen, nell’opera citata in precedenza, sottolinea e documenta un particolare davvero interessante, ossia il fatto che i primi due risultati della rivoluzione bolscevica furono l’implementazione di una banca centrale di cui la Russia era ancora sprovvista e che ancora oggi è in mano ai Rothschild attraverso la BRI – Banca dei regolamenti internazionali – e l’arrivo delle raffinerie petrolifere della Standard Oil of New Jersey dei Rockefeller nel 1927, (la quale acquistò il cinquanta per cento dei territori petroliferi del Caucaso, il cui esclusivo diritto di sfruttamento venne dato in concessione alla Nobel Brothers’ Petroleum Company di Baku in Azerbaijan, tant’è vero che uno dei fratelli Nobel, Alfred, destinava all’incirca il 12% dell’ammontare del premio, ricavandolo dai profitti della sua partecipazione azionaria a questa compagnia petrolifera nonostante la teorica nazionalizzazione di questi territori), di cui il signor Stalin fu anche un lavoratore dipendente.

Ebbene, fu così che gli Insiders di Wall Street, i grandi banchieri internazionali, diedero vita alla loro creatura satellite, in “opposizione” al “blocco” occidentale capitanato dagli Stati Uniti. La tecnica dei falsi opposti è sempre stata funzionale ad instillare nella mente della popolazione mondiale una concezione dualistica del potere che de facto non è mai esistita e non esiste tutt’ora. Sempre Gary Allen, nell’opera citata, scrive: «Se il tuo obiettivo è la conquista globale, devi iniziare da qualche parte. Potrebbe essere stata una coincidenza o meno, ma la Russia era l’unico grande paese europeo senza una banca centrale. In Russia, per la prima volta, la congiura comunista si guadagnò una patria geografica dalla quale lanciare assalti contro le altre nazioni del mondo. L’Occidente ora aveva un nemico.»
Dopo la rivoluzione, la Russia costituì una miniera d’oro per gli Insiders. Riporto ancora un estratto dal testo di Gary Allen, il quale a sua volta cita il professor Sutton e in cui afferma: «La cricca dei grandi banchieri internazionali non solo ha contribuito a stabilire il comunismo in Russia, ma da allora ha lottato con forza per mantenerlo in vita. Fin dal 1917 questa cricca è stata impegnata nel trasferimento di denaro e, probabilmente più importante, informazioni tecniche alla Russia. Ciò è reso abbondantemente chiaro nella storia in tre volumi intitolata “Tecnologia occidentale e sviluppo economico sovietico” dallo studioso Antony Ciryl Sutton della Hoover Institution on War, Revolution and Peace della Stanford University. Utilizzando, per la maggior parte, documenti ufficiali del Dipartimento di Stato, Sutton dimostra in modo conclusivo che tutto ciò che i sovietici possiedono è stato acquisito dall’Occidente.»
Ora, qualcuno si domanderà perché gli Insiders capitalisti promossero, finanziarono e sostenerono la rivoluzione bolscevica e l’Unione Sovietica? Il crollo del regime Zarista, considerato un pericoloso concorrente per quanto riguarda la corsa al petrolio del Golfo Persico, per essere sostituito da un’amministrazione comandata dalla cricca degli Insiders; il sequestro del cospicuo tesoro dei Romanov (il quale venne gelosamente custodito all’interno delle casse della Rothschild Bank londinese, successivamente alla messa in mora di Nicola II; l’affermazione del Comunismo come braccio armato del piano cospirativo che mira al raggiungimento del Nuovo Ordine Mondiale.
Degno di nota è il fatto che nel sistema sovietico vigeva il divieto più assoluto alla libertà d’impresa e questo, unito alla “minaccia” di una possibile espansione del comunismo, risultò funzionale alla costituzione del monopolio del capitale, attraverso una divisione del mondo a livello di zone a competenza territoriale, favorendo altresì l’affermazione di una sola ed esclusiva Power élite capitalistica. Quindi, il Capitalismo trovò la strada spianata grazie proprio al Comunismo, poiché de facto, gli Insiders eliminarono fin da subito la possibilità che la Russia Zarista potesse dar vita, in seno ad una plausibile e reale contrapposizione ai loro piani, ad una federazione di stati tendente all’allargamento verso l’Est Europeo e l’Asia, finalizzata alla creazione di una nuova forza capitalistica pronta a sfidare gli Stati Uniti.
Dalla rivoluzione bolscevica in poi, la Russia non ha mai smesso di operare per conto degli Insiders ai vertici delle banche centrali. Prima di arrivare a Vladimir Putin, citerò qualche esempio per dare un’idea, specialmente dell’entità del potere che gli Insiders hanno sempre esercitato in Russia. Stalin? No, troppo semplice, sono ampiamente documentati i suoi legami con la cricca (specie nelle opere che ho citato fino adesso), testimoniati anche dal suo ruolo in quello che è stato il Grande Reset della Seconda guerra mondiale. Del resto, il già citato Professor Sutton dimostra, nei suoi tre volumi dal titolo “Storia dello sviluppo tecnologico sovietico”, che l’URSS è stata costruita negli Stati Uniti d’America. Sutton menziona anche una dichiarazione rilasciata da Averell Harriman, un grande imprenditore, diplomatico e politico statunitense figlio di E. H. Harriman, proprietario della Union Pacific Railroad, una tra le più importanti e principali compagnie ferroviarie del mondo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, al Dipartimento di Stato nel giugno del 1944: «Stalin ha sempre riconosciuto la sostanziale assistenza prestata dagli Stati Uniti all’Industria sovietica, prima e durante la guerra. Egli stesso ha ammesso che circa due terzi delle grandi imprese industriali dell’Unione Sovietica sono state costruite con l’aiuto finanziario e l’assistenza tecnica degli Stati Uniti.»

L’esempio che mi accingo a portare riguarda il signor Nikita Sergeevič Chruščëv, politico, militare e segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica dal 1953 al 1964. Nell’ottobre del 64′, David Rockefeller, presidente della Chase Manhattan Bank e alto dirigente del Council on Foreign Relations (CFR, l’organo che governa gli usa di concerto con la Federal Reserve e che ne designa i presidenti fin dal 1939), si recò a Mosca per una breve “vacanza”. Il posto perfetto dove uno tra gli Insiders più potenti e influenti del mondo andrebbe a cercare relax, no? Luogo in cui, secondo la narrazione dominante, uno come lui sarebbe stato messo subito in gabbia con la conseguente confisca delle ricchezze, per poi essere redistribuite tra il popolo. Chruščëv, nel frattempo, si trovava nella sua residenza sul mar Nero.
Terminato il soggiorno a Mosca, David Rockefeller tornò in America, ma qualche giorno dopo Chruščëv venne richiamato d’urgenza al Cremlino dove venne a conoscenza di essere stato rimosso dalla carica di segretario del PCUS e da quella di presidente del Consiglio dei ministri dell’URRS, per essere sostituito da un altro soldato della cricca, Leoníd Il’íč Bréžnev, famoso tra l’altro, per la sua grande collezione di automobili di lusso occidentali, le Cadillac su tutte. Può essere un caso? Assolutamente no, nulla accade mai per caso. Chruščëv cominciava ad essere insofferente al potere degli Insiders, e la sua crescente mancanza di disciplina gli è costata il posto, il suo compito quindi era esaurito, c’era bisogno di un cambio della guardia.


Il secondo esempio, tanto da rendere l’idea dello strapotere degli Insiders e di alcuni dei loro modus operandi e che conferma quanto sia reale il falso mito dei due blocchi, riguarda la guerra del Vietnam. Il 4 agosto del 1964, il Presidente degli Stati Uniti Lyndon Johnson appare in televisione informando la nazione che i soldati nord-vietnamiti hanno attaccato gli Stati Uniti. Si tratta di due navi vedetta nordvietnamite colpevoli di aver attaccato due cacciatorpediniere americani nel Golfo del Tonchino. L’evento viene descritto come un incidente, ma i media mainstream (tutti in mano alla cricca) danno pieno sostegno agli Stati Uniti, decretando l’aggressione come un vile attentato a cui rispondere con estrema decisione. La profonda indignazione dell’opinione pubblica statunitense e quella di tutto il mondo occidentale riguardo a queste notizie, favorisce la decisione del Congresso degli Stati Uniti di entrare ufficialmente in Guerra contro il Vietnam del Nord. Fantastico, però c’è un piccolo problema: l’attacco ai cacciatorpediniere USA da parte dei vietnamiti non è mai avvenuto. Poco tempo dopo, il Capitano John Jerome Herrick, comandante dell’incrociatore denominato “Maddox”, dichiara ufficialmente di non essere per nulla sicuro di quello che era successo e arriva quasi a negare che l’attacco sia avvenuto. Non mi spingerò oltre sulla questione, ma mi concentrerò su un altro aspetto di fondamentale importanza, ovvero il ruolo del CFR e dei banchieri internazionali nella guerra.
Come riportato da Gary Allen e Antony Sutton, il CFR ha promosso e guidato il trasferimento del patrimonio tecnologico americano ai russi, sostenendoli in ogni modo e aiutandoli a sviluppare il loro commercio internazionale. Ricordiamo che il CFR è stato fondato dagli Insiders nel 1921 ed è l’organo sovrannazionale tra i più potenti del mondo. La svolta avviene il 7 ottobre del 1966, quando il presidente Lyndon. B. Johnson, l’uomo che ha collocato un membro dello stesso CFR in ogni posizione strategica della sua Amministrazione, dichiarò che stavano lavorando per ottenere l’approvazione del Congresso inerente alla proposta di legge che avrebbe consentito di estendere ai paesi Comunisti dell’Europa Orientale il trattamento di tariffe agevolate previsto nei rapporti commerciali con le nazioni in quel momento favorite, con lo scopo di ridurre i controlli sulle esportazioni e le importazioni tra Est e Ovest, relativamente al materiale cosiddetto “non-strategico”. Una settimana dopo, il New York Times del 13 ottobre 1966 scriveva: «Il governo degli Stati Uniti ha messo in atto la proposta del Presidente Johnson tesa a stimolare il commercio estero fra Est e Ovest sull’export di oltre quattrocento prodotti non-strategici verso l’Unione Sovietica e i Paesi dell’Est Europeo.»
Gary Allen nell’opera citata in precedenza, comprova come i prodotti non più soggetti a restrizioni, per poter essere esportati nei suddetti paesi come prodotti ritenuti di rilevanza “non-strategica”, vennero selezionati fra le seguenti categorie: vegetali, cereali, foraggio, pellami, gomma, carta, tessuti e fibre tessili, fertilizzanti, alluminio, metalli e rottami ferrosi petrolio, gas e derivati, componenti chimici, tinte, medicinali, fuochi d’artificio, materiali plastici, prodotti metallici e macchinari, strumenti scientifici e professionali. Quindi, potenzialmente ognuno di questi prodotti “non-strategici” poteva essere usato in guerra. Successivamente, il materiale usato per la pulitura dei fucili, i componenti elettronici e i radar furono dichiarati materiali non-strategici e ne fu così consentita l’esportazione in Unione Sovietica. Scrive Gary Allen: «Il trucco potrebbe riuscire perfettamente se tutto o quasi fosse dichiarato materiale non-strategico. Un mitra automatico è ovviamente considerato materiale strategico e quindi non può essere esportato in Russia; ma gli strumenti per montare e smontare il mitra automatico e il materiale chimico usato come propellente dei proiettili sono stati invece dichiarati materiali non-strategici (e quindi esportabili nell’ U.R.S.S). Nel frattempo, quasi 50.000 Soldati americani sono caduti in Vietnam. I Vietcong e il Vietnam del Nord ricevono ben l’85 % del materiale bellico dalla Russia e dalle nazioni del Blocco Sovietico. Poiché lo sviluppo economico di questi Paesi non consentiva loro di stanziare fondi sufficienti per gli armamenti, il braccio comunista del piano cospirativo mondialista aveva bisogno dell’aiuto della Finanza Capitalista di Wall Street. Risulta quindi che gli Stati Uniti, o meglio, i grandi banchieri internazionali attraverso gli Stati Uniti, hanno finanziato e armato entrambi i contendenti della terribile guerra del Vietnam, procurando la morte per procura dei nostri e dei loro stessi ragazzi.»
I profitti incamerati dagli Insiders attraverso le loro corporation di Import – export, l’industria delle armi e le banche sono di entità astronomiche. Ma il sostegno da parte dei grandi banchieri internazionali ad entrambi i fronti è il Leitmotiv di tutte le guerre e rappresenta solo una faccia della medaglia: devono pure contribuire affinché la guerra duri il più a lungo possibile. Più la guerra continua, più le Banche creano profitti, è fisiologico. La stessa cosa vale per la False Flag odierna tra Russia e Ucraina, della quale parleremo in un altro articolo. Un altro aspetto da analizzare al fine di comprendere la vera natura della Russia è la Perestroika, ulteriore esempio di Grande Reset, uno dei più grandi falsi miti della storia, il quale ha illuso il mondo che il mostro comunista fosse caduto, quando in realtà ha cambiato semplicemente pelle. A tal proposito si rimanda alla lettura di “Perestroika Deception” di Anatoliy Mikhaylovich Golitsyn, ex membro del dipartimento di pianificazione strategica del KGB con il grado di maggiore, poi divenuto un disertore, il quale documenta con assoluta accuratezza e precisione quale fosse il vero piano dietro la Perestroika.
Vorrei citare le parole pronunciate dall’operativo dell’Agenda Michail Gorbačëv nel 1986 riportate dallo stesso Golitsyn nel suo libro: «L’essenza della strategia è introdurre una falsa democratizzazione calcolata e controllata e far rivivere un regime screditato, dandogli un aspetto attraente e un volto umano. Il suo obiettivo strategico è generare sostegno, buona volontà e simpatia in Occidente e sfruttare questa simpatia per plasmare nuovi atteggiamenti e nuove realtà politiche che favoriscano gli interessi russi”. Altri obiettivi, documenta l’autore, sono quello di indebolire e isolare i partiti politici tradizionali e relativi leader, in particolare i conservatori in Occidente e quello di dare forma a nuovi atteggiamenti verso l’Iniziativa di difesa strategica, il bilancio e le forze armate sulla premessa che, riporta così l’autore: “il nuovo regime che è emerso in URSS è liberale e non rappresenta più alcuna minaccia per nessuno. Dato l’effetto sorpresa, la strategia può avere grande successo. Le possibili implicazioni di una mancata comprensione dell’essenza di questa strategia sarebbero dannose per tutti. Il probabile impatto sull’Occidente di un tale risveglio russo sarebbe uguale o maggiore di quello della Rivoluzione d’Ottobre.»
Golitsyn prosegue ancora: «Il nuovo metodo applica il pensiero leninista creativo all’analisi della Soviet strategia. Il pensiero leninista, liberato dai dogmi e dagli stereotipi stalinisti, continua ad essere una delle principali fonti di ispirazione nell’approccio strategico sovietico ai problemi nazionali e internazionali. Il nuovo metodo accresce il pensiero leninista prendendo in considerazione tre ulteriori fattori nella sua analisi: l’introduzione da parte di Vladimir Lenin di una forma limitata di capitalismo nel sistema sovietico negli anni ’20 per rafforzare la spinta alla rivoluzione comunista mondiale; la creazione da parte di Felix Dzerzhinskiy della GPU 1 – opposizione politica controllata – nell’URSS nello stesso periodo e la sua introduzione ai servizi di intelligence occidentali e allo stato maggiore per l’inganno politico strategico, ossia gli anni di esperienza sovietica nell’applicazione della strategia culminata nella Perestrojka.»
E ancora, Golitsyn si spinge oltre: «Lo sviluppo e l’esecuzione della strategia per un periodo di trent’anni ha rafforzato il nostro potere militare, politico ed economico, grazie soprattutto agli aiuti d’oltreoceano. L’attuazione della strategia poi, ha ampliato la base politica del Partito Comunista nella Russia e nelle altre Repubbliche nazionali. Il nuovo metodo vede la Perestrojka non come un cambiamento sorprendente e spontaneo, ma come il logico risultato di trent’anni di preparazione e come la fase successiva e finale della strategia che la vede in un contesto più ampio di quello della semplice apertura sovietica al mondo. La vede non solo come un rinnovamento della società sovietica, ma come una strategia globale, un progetto di ristrutturazione dell’intero mondo capitalista. Si possono distinguere i seguenti obiettivi strategici della Perestrojka: Per l’URSS, ristrutturazione e rivitalizzazione dell’economia socialista sovietica attraverso l’incorporazione di alcuni elementi dell’economia di mercato; ristrutturazione del regime stalinista in una forma di ‘democrazia comunista’ con un’apparenza di pluralismo politico (democratismo); ricostruire un regime repressivo dal volto brutale in un attraente modello socialista con una facciata umana e un’apparente somiglianza con il sistema socialdemocratico svedese. Per l’Europa occidentale, realizzazione di una nuova alleanza politica tra i regimi pseudo socialdemocratici dell’URSS e dell’Europa orientale e anche tra i partiti eurocomunisti quelli socialdemocratici dell’Europa occidentale; ristrutturazione dei blocchi politici e militari – la NATO e il Patto di Varsavia – e la creazione di un’Europa unica dall’Atlantico agli Urali, incorporando una Germania riunificata. Per gli Stati Uniti: ristrutturare lo status quo militare, politico, economico e sociale per favorire una maggiore convergenza tra i sistemi sovietico e americano e la creazione di un unico Governo Mondiale. L’obiettivo globale: indebolire e neutralizzare l’ideologia anticomunista e l’influenza degli anticomunisti nella vita politica negli Stati Uniti, nell’Europa occidentale e altrove, presentandoli come sopravvissuti anacronistici della guerra fredda.»
Golitsyn poi, tiene a precisare una cosa fondamentale sull’élite che governa il mondo, ovvero gli Insiders: «L’élite è l’autorità suprema su cui poggia la posizione di Eltsin, Gorbachev, Rutskoi e Khasbulatov e tutti gli altri e di tutta la struttura statale e politica russa: provvede la dirigenza collettiva del presidente e per quanto tempo quest’ultimo dovrà svolgere il suo ruolo”. Arrivati sino a qui, non aggiungerò altro, ma solo una “massima” molto in voga da tempo a questa parte: “Non avrai nulla e sarai felice. »



PARTE II
Arrivati a questo punto, dobbiamo parlare di Vladimir Putin. Il cameriere dei banchieri in questione, (termine coniato da Ezra Pound per indicare tutti i politici delle nazioni come servi dei grandi banchieri internazionali) era già all’opera ai tempi di Gorbačëv, al quale fu tra l’altro molto vicino. Ma entriamo un po’ più nel dettaglio. Vladimir Vladimirovič Putin nasce a Leningrado il 7 ottobre 1952 e visse, secondo la sua biografia intitolata “Ot Pervogo Lica”, un’infanzia povera, trascorsa in una kommunalka (un tipo di abitazione tipica ai tempi dell’Unione Sovietica e tuttora esistente nei Paesi dell’ex cortina di ferro. Il nonno paterno, Spiridon Ivanovič Putin lavorava come cuoco in una dacia al servizio di Lenin e Stalin. La madre, Marija Ivanovna Šelomova (ebrea) era un’operaia mentre il padre, Vladimir Spiridonovič Putin, all’inizio degli anni Trenta fu un sommergibilista della marina militare sovietica. Durante la Seconda guerra mondiale, il padre fu arruolato dal NKVD in un gruppo di sabotatori. Pochi sanno però, che fin da bambino, Putin visse gran parte del suo tempo con una famiglia molto vicina ai suoi genitori di fede Chabad Lubavich, ovvero Chassidica, la cui natura è spiegata e documentata nel saggio di Don Curzio Nitoglia intitolato “I Lubavich e i potenti del mondo”.



Di seguito, un filmato integrale di un’intervista al capo del rabbinato russo Berel Lazar, il quale parla di Putin. Attivate i sottotitoli e ascoltate cosa dice.
Successivamente, nel 1975, si laurea in diritto internazionale alla Facoltà di Legge dell’Università Statale di Leningrado. Giusto per riportare un semplice aneddoto (dei tanti) che può fare ulteriore chiarezza sulla sua figura, risulta importante evidenziare che egli, nel 1980, insieme ad altri massoni dell’Arco Reale, si recarono a Gerusalemme in un complesso ad alta sicurezza, una sorta di monastero, denominato Ein Kerem. Al tempo, come riporta Richard John Charles Tomlinson, un ex ufficiale dei servizi segreti britannici, il complesso era gestito come un convento (lo è ancora oggi) ma è generalmente noto come un centro di spionaggio, ed è attualmente gestito dallo FSB. Sempre Tomlinson, il quale incontrò Putin proprio in questo frangente, testimonia che le reclute dell’intelligence britannica, invece, alloggiavano principalmente presso L’ Ostello della gioventù dietro la chiesa di San Giovanni dislocato in parte sulla montagna che adombra la città e che si affaccia su una pineta e riservato a “gruppi speciali” di giovani a livello internazionale. Il complesso attualmente è in ristrutturazione ed è in vendita già da qualche anno. Accanto all’edificio principale dell’ostello della gioventù, si trovano due strutture esagonali, dalla forma piuttosto simile a dei funghi geometrici.
Qui Tomlinson conferma che erano alloggiati i tirocinanti laureati britannici che in quel momento, oltre ad egli stesso, comprendevano Andrew Marr e Stephen Daldry. La sera, i “laureati” si sedevano sulla veranda di questi edifici con le loro controparti russe del KGB. Nessuno di loro era in grado di tenere una conversazione in russo a parte lo stesso Tomlinson, il quale svolse il ruolo di interprete per tutto il gruppo. La motivazione dietro il loro soggiorno in tale complesso era la loro formazione come Illuministi. Risulta ben noto chi siano e che compito svolgano i cosiddetti illuministi, ossia, in sostanza, operativi dell’Agenda, i quali vengono allevati e formati per portare avanti dei piani ben precisi; cosa che Putin, appunto, sta facendo con grande successo. Ad ogni modo, lasciamo le informazioni biografiche che affronteremo in un capitolo dedicato per concentrarci sui suoi legami con gli Insiders e sul perché la Russia non sia una forza di opposizione come molti credono, ma al contrario, rappresenti l’asse portante del Nuovo Ordine Mondiale.
Vladimir Putin è stato insediato come presidente della Federazione Russa da Richard Dearlove, ex direttore dell’MI6 dal 1999 al 2004, il quale ha confermato più volte la decisione dei servizi segreti in collaborazione con la Chatham House, ossia il Royal Institute of International Affair britannico, organo sovranazionale tra i più potenti del mondo fondato nel 1920 sempre per volere della cricca. Si precisa che le elezioni presidenziali del 2000 si svolsero il 26 marzo e Putin vinse alla prima tornata e giurò come presidente il 7 maggio del 2000 (curioso e “casuale” come solo un anno dopo, nel 2001, furono creati i BRICS – Goldman Sachs). Ad ulteriore conferma di quanto esposto sopra, nell’immagine sottostante a sinistra Putin, Tony Blair e il direttore dell’MI6 Dearlove, cioè colui che ha insediato il primo al Cremlino, vengono ritratti insieme poco prima delle elezioni. Nell’immagine successiva, il Sunday Times del 23 giugno del 2023 dove L’MI6 rilascia un comunicato dove finge pentimento per aver aiutato (ennesima ammissione) Putin ad insediarsi al Cremlino. Si è detto finto pentimento poichè il presidente russo a tutt’oggi è in stretto contatto con l’MI6 e vedremo tra poco il motivo.


Il passo successivo degli Insiders fu quello di istituire, sempre attraverso l’intelligence britannica, il RIAC – Russian International Affair Council – Think Tank (pensatoio) equivalente del CFR e della Chatham House (RIIA), concepito per sovrintendere da vicino il lavoro Putin. Il RIAC infatti è un satellite del RIIA e se andate sul portale online dell’organizzazione, alla voce Partners a questo indirizzo:
https://russiancouncil.ru/en/about/partners/
troverete molte informazioni al riguardo. Fino a poco tempo fa, tra le varie organizzazioni che collaboravano con il RIAC vi era la Carnegie Endowment for International Peace:
- https://carnegieendowment.org/ Il Think tank in questione è di William Joseph Burns, l’attuale direttore della CIA e membro collaboratore dello stesso CFR e la Rand Corporations, Think Tank americano tra i più importanti al mondo.
Anatolij Borisovič Čubajs, economista e politico russo, padre delle grandi privatizzazioni statali messe in atto in Russia nei primi anni Novanta sotto il governo di Boris El’cin, fa parte del consiglio di consulenza globale del CFR e del comitato consultivo di JP Morgan & Chase, la banca dei Rockefeller ed è un membro del Bilderberg. Peter Mandelson, politico britannico del partito laburista e nipote materno di Herbert Stanley Morrison è un membro del gruppo Bilderberg, nominato “pari a vita” alla Camera dei Lord dalla regina Elisabetta. Il governo russo dichiara di possedere la società Rosneft, ma in realtà non è così, basta guardarne l’azionariato (nella terza slide), così come basta dare uno sguardo agli azionariati di Gazprom e Lukoil per capire fino a che punto si spinge la grande menzogna in atto:



Per visionare le altre grandi società russe e rendersi conto del monopolio che i signori banchieri internazionali hanno in Russia, si rimanda alla lettura dell’articolo sui BRICS che trovate a questo indirizzo:
Tornando a noi, Dietro Rosneft, quindi, così come dietro a Gazprom e tantissime altre corporations russe ci sono sempre loro, i Rothschild – Rockefeller, seguono gli altri dell’International Banking System angloamericano. Il governo russo, gestisce Exxon e BP in Russia nonostante le cosiddette “sanzioni”, così come insieme allo stesso Čubajs sono comproprietari di Rusnano (Rosnanotekh), società che si occupa dell’implementazione di nuove politiche pubbliche e nello sviluppo di nanotecnologie e la gestiscono per conto dei soliti noti. Si tenga sempre presente che quando si legge “Società gestita dal governo”, bisogna porsi questa domanda: chi è governa davvero? Sono le banche centrali. E a chi fanno in capo? Alla Bank for International Settlements (Banca dei regolamenti internazionali). Domanda lecita: chi è questa banca? Voluta e fondata dai Rothschild, i quali ne sono i proprietari e che insieme ai Rockefeller e agli altri sono dietro le più grandi banche, fondi di investimento, compagnie assicurative e multinazionali tecnologiche, industriali ed energetiche al mondo. Qualcuno potrebbe ricordare che la Russia è stata sospesa dalla Banca per i Regolamenti Internazionali, ma ne siamo sicuri? Siamo certi che non sia una cosa solo di facciata? Se i proprietari della banca centrale russa sono gli stessi della Banca per i Regolamenti Internazionali, per quale ragione questi signori andrebbero ad autosospendere una delle loro banche? E perchè se io mi collego al portale della BIS il collegamento con la Banca Centrale Russa risulta sempre attivo? E perchè se io mi collego al sito della Banca centrale russa, il collegamento con la BIS risulta comunque sempre attivo?

Per ulteriori delucidazioni in merito, si suggerisce la lettura dell’articolo sui BRICS che trovate nel blog. Se a questo aggiungiamo la tecnica del “Nazionalizzare per Privatizzare”, essendo gli stati delle private company, dove si va a parare? Ricordate l’esempio di prima dei territori del Caucaso? Privatizzare tutto senza apporre un paravento sarebbe stato lesivo, ovviamente, ma una volta trasformati i paesi da stato a stato-azienda, si è riusciti ad ingannare la popolazione mondiale attraverso nazionalizzazioni che non sono state altro che privatizzazioni.
I grandi banchieri internazionali, in particolare la casa dei Rothschild che, come si è detto, governa la banca centrale russa attraverso la Banca dei regolamenti internazionali e la Sberbank of Russia – (così come tutte le altre 159 banche centrali del mondo, comprese quelle dei “BRICS”) gestisce Glencore International plc, una società mineraria e di scambio merci multinazionale anglo-svizzera con sede a Baar. Putin ha unito le forze con il Miglio Quadro londinese per creare la più grande azienda di alluminio del mondo, la Rusal. Il Rothschild Global Financial Advisory, ossia il ramo di consulenza indipendente della Rothschild & Co, si trova nel centro di Mosca ed esercita una potentissima influenza a livello politico su tutta la Russia. Oleg Vladimirovič Deripaska è un imprenditore russo, fondatore di Basic Element, uno dei più grandi gruppi industriali della Russia, ma allo stesso tempo è il CEO della sopramenzionata Rusal. La famiglia Rothschild è azionista di maggioranza di Rio Tinto, gruppo multinazionale anglo-australiano che si occupa di ricerca, estrazione e lavorazione di risorse minerarie tra le prime tre grandi società del settore del mondo. Rio Tinto insieme a Rusal, sono coinvolte in operazioni minerarie congiunte nonostante le cosiddette “sanzioni”.
Nathaniel Philip Rothschild, figlio di lord Jacob, è un altro investitore di Rusal ed è anche il migliore amico di Roman Abramovich, nonché amico di Oleg Deripaska stesso. Il sopra citato Peter Mandelson è anch’egli suo socio in affari. Nella foto seguente, da sinistra: Peter Munk, fondatore canadese e presidente della più grande società produttrice di oro al mondo, Lord Mandelson, l’oligarca Oleg Deripaska e il finanziere Nathaniel Rothschild mentre visitano la fonderia siberiana.

Nikolai Shamalov, genero di Putin, il quale è stato il miliardario più giovane della Russia all’età di 32 anni, è socio in affari dell’ex segretario al commercio dell’amministrazione Trump, Wilbur L. Ross, il quale era ed è ancora oggi al comando della squadra di consulenza fallimentare di Rothschild Inc. La maggioranza del profitto di Ross si trova nella sua partecipazione azionaria in una società di spedizioni di Shamalov. Nonostante la narrazione dominante abbia proclamato che la maggioranza delle Corporations occidentali sia scappata dalla Russia, la realtà è molto ben diversa, per non dire esattamente opposta. Solamente 106 aziende hanno lasciato il territorio russo, mentre oltre 1.150 sono rimaste e continuano a lavorare come se niente fosse. Per essere precisi, Andrii Onopriienko, vicedirettore per lo sviluppo della ricerca politica presso la Kyiv School of Economics, ha affermato che la presenza continua di società multinazionali occidentali in Russia consente a Mosca di continuare la guerra in Ucraina.
«La Russia ha bisogno di grande liquidità continua per rifornire l’esercito. Continuando le operazioni in Russia, le imprese internazionali stanno favorendo lo sforzo bellico del paese. Le aziende che sono rimaste pagano le tasse aziendali e sui salari al governo russo, nonché gli stipendi ai loro circa 690.000 dipendenti in Russia.»




Klaus Schwab ha designato la Russia come polo centrale della nuova rivoluzione industriale nel suo libro intitolato “Governare la Quarta Rivoluzione industriale” e non è un caso che il 13 ottobre 2021 la Russia e il World Economic Forum hanno annunciato il Centro per la Quarta Rivoluzione Industriale in Russia. Il presidente del World Economic Forum, Børge Brende e il vice primo ministro della Russia, Dmitry Chernyshenko, a nome del governo russo hanno firmato un vero e proprio accordo. Lo trovate a questo link:
La Russia è insieme alla Cina al primo posto a livello globale per tutto ciò che riguarda il controllo sociale, specie dal punto di vista biometrico. Si allega un link ad un video YouTube che mostra realmente che cosa sta accadendo in Russia. Vi accorgerete che, come sta accadendo in Cina, in Brasile, in India, sono molto più avanti di noi sull’implementazione dell’Agenda:
Non deve stupire, ascoltate Putin stesso:
E ancora:
Se non basta, potete ascoltare le parole di Olga Skorobogatova, primo vice governatore della Banca di Russia:
Come si è detto, la Russia è il polo centrale della Quarta Rivoluzione Industriale, specie per l’intelligenza artificiale, non a caso stanno spingendo oltre ogni misura sull’internazionalizzazione del modello “sino-russo”, poiché è stato progettato dai soliti noti e applicato in quella parte del mondo designata ad essere il cuore pulsante del Nuovo Ordine Mondiale che non è mai stato in occidente. Tuttavia, affronterò il falso mito dei BRICS in un articolo dedicato, in modo da non uscire troppo fuori dal seminato. Si vuole sottolineare, quindi, che non deve stupire che sia Schwab che molti altri abbiano designato la Russia e la Cina come epicentro del Nuovo Ordine Mondiale, anche se non sono loro i primi a dirlo, dal momento che è stato pianificato e scritto molto tempo addietro.
Per la cronaca si specifica che il WEF, al quale vengono riservate fin troppe attenzioni, non è altro che la facciata, una punta di lancia che esegue gli ordini degli altri organismi sovrannazionali che muovono il mondo per conto dei soliti noti. Inoltre, l’anno scorso, Putin ha approvato il disegno di legge inerente alle CBDC (Valute digitali), benché tale notizia sia stata divulgata solo in questi ultimi tempi e spacciata come “fresca.”





Siamo giunti alla fine di questo viaggio, la cui conclusione è che la Russia è la stessa di sempre, nata da un piano cospirativo ad opera degli Insiders ai vertici delle banche centrali per arrivare al tanto agognato Nuovo Ordine Mondiale che già esiste, ma non ancora nella forma che dovrà prendere in via definitiva. Trump, (del quale parlerò in un altro articolo) Putin e Xi Jinping (parlerò anche della Cina) sono gli uomini designati a portare a termine il piano dei cospiratori. Le rispettive banche centrali, come detto, anche quelle dei BRICS (potete visionare voi stessi sul portale della Banca dei Regolamenti internazionali, basta che andate su Google e digitate il paese di vostro interesse con accanto la voce BIS) sono tutte in mano al cartello dell’alta finanza monopolistica ed è per questo che bisogna ragionare in termini di falsi opposti, come sempre è stato.
Spingono ad odiare una parte portando la popolazione mondiale ad abbracciarne un’altra, la “vittima sacrificale” che tale non è; anzi, al contrario, essa è l’asse portante del Nuovo ordine Mondiale che vedrà protagonista l’Eurasia. Sono tutti al soldo dello stesso padrone, nessuno escluso e questo non da ora, ma da sempre.
Prima di concludere, qualche dato reale sull’economia russa direttamente dalla sua Banca centrale: https://cbr.ru/eng/statistics/macro_itm/svs/p_balance/…

















Come si evince dai fatti, la situazione economica della Russia non è tutta rose e fiori come l’informazione “alternativa” propaganda. Innanzitutto si registra un calo delle importazioni dovuto a “restrizioni sistemiche” il che fa riferimento alle sanzioni, le quali (ci si arriva anche per logica) non danneggiano solo l’Europa, ma anche la Russia stessa. Successivamente, si parla di una crescita delle attività finanziarie, le quali però, per contro, hanno determinato una diminuzione di altre attività “funzionali”. Bene, dopo vedremo quali. Di seguito però viene il bello. Perché non è forse vero che proprio in tempi recenti, alcuni propagandisti pro Putin hanno scritto che “La posizione della Russia sul piano economico-patrimoniale all’estero sta calando perché Putin sta tagliando tutti i ponti con l’Occidente?”
Bene, è aumentata da 857 a 882 miliardi di dollari. Dollari. Poi vediamo perché i dollari (alla faccia della dedolarizzazione).Poi si parla invece, di una leggera diminuzione del debito dovuto a cosa?
“Alla ricollocazione di società estere nella giurisdizione russa.”
Infine, uno sguardo ai dati ancora invariati da fine giugno. Inflazione in crescita, aumento della povertà (tagli dei posti di lavoro che si sono rispecchiati nell’aumento delle attività finanziarie prima citate quando la banca parlava delle attività funzionali) e aumento del costo della vita. Questo è il quadro, questi sono i fatti. Per la cronaca, si parla di dollari perché il 65% della riserva valutaria globale è in dollari, circa il 70 % di tutte le transazioni valutarie giornaliere vengono effettuate in dollari, il valore del dollaro solo che nell’ultimo è aumentato ed è sempre richiesto, questo perché (nessuno lo dice), il dollaro è la valuta più stampata del mondo. La trasformazione digitale in atto e la resistenza della popolazione occidentale alla digitalizzazione (che nei BRICS è in stadio avanzato), fanno del dollaro, attualmente, proprio perché la più stampata, la moneta più richiesta.
Arrivati a questo punto, bisognerebbe chiedersi come mai la Russia pensa alla CO2 in termini di dollari. Potete leggere l’articolo dedicato qui sul blog inerente la transizione energetica in Russia. Non solo, si suggerisce la lettura di tutti gli altri articoli sul blog inerenti la Russia, i BRICS, il falso bipolarismo e la falsa multipolarità. Fintanto che non si comprenderà che il potere non è una contrapposizione fra stati, ma un forza unica che corrisponde all’alta finanza internazionale usuraia padrona del denaro non si andrà da nessuna parte. La popolazione mondiale non vuole comprenderlo. Essa attende che i salvatori corrano in loro soccorso, quando in realtà, l’illusione di liberarsi delle attuali catene la porterà solo a sostituirle con altre ancora più spesse.
Come scrisse il grande Ezra Pound:
«Schiavo è colui che aspetta che di essere liberato.»
Fonti
Bibliografia
- Gianpaolo Pucciarelli – “Segreto Novecento”;
- Alfredo Bonatesta – Sinarchia Universale, progetto di un nuovo ordine mondiale;
- Gary Allen – Nessuno Osi Chiamarla Cospirazione”, tradotto da Gian Paolo Pucciarelli;
- Gary Allen – “The Rockefeller file”;
- Yuri Felshtinsky, Vladimir Pribylovsky – The Corporation, Russia and the KGB in the age of president Putin;
- Antony Cyril Sutton – “La trilogia di Wall Street”;
- Antony Cyril Sutton – “Western Technology and Soviet Economic Development” – Vol. I, II, III;
- Don Curzio Nitoglia – “I Lubavich e i potenti del mondo”;
- Prospect For America The Rockefeller Panel Reports;
- Harvey Klehr – John Earl Haynes, Kyrill M. Anderson – The Soviet World of American Communism;
- Peter Schweizer – Red Handed;
- Juri Lina – Under The sign of the scorpion;
- James Perloff – “Truth Is a Lonely Warrior: Unmasking the Forces behind Global Destruction”;
- Anatoliy Mikhaylovich Golitsyn – “The Perestroika Deception”;
- Anatoliy Mikhaylovich Golitsyn – “New Lies for old”;
- Joseph D. Douglas JR, “Red Cocaine – The drugging of America;
- Frank L. Britton – “Behind the Communism;
Link consigliati:
- https://www.dzig.de/sites/default/files/Putin-Rothschild-Rockefeller.htm;
- https://www.atlanticcouncil.org/blogs/ukrainealert/most-multinationals-remain-in-russia-and-fund-putins-genocidal-invasion/
- https://www.icij.org/investigations/paradise-papers/donald-trumps-commerce-secretary-wilbur-ross-and-his-russian-business-ties/
- https://sudonull.com/post/9800-Cyborg-Island-We-are-starting-to-develop-invasive-microelectronics
- https://uncutnews.ch/russlands-einheitliches-biometrisches-system-mehr-fragen/
- https://edwardslavsquat.substack.com/p/russia-deploys-secret-weapon-in-war
- https://wariscrime.com/new/royal-arch-freemason-vladimir-putin-majestys-secret-service/
- https://www.forbes.com/sites/chasewithorn/2016/12/08/trump-and-his-commerce-secretary-wilbur-ross-a-look-at-25-years-of-connections/?sh=19a4253af820
- https://russiancouncil.ru/en/about/partners/tra)
- https://russiancouncil.ru/en/about/partners/tra
- https://declassifieduk.org/under-putin-mi6-linked-bp-extracted-russian-oil-worth-271-billion/
- https://www.thetimes.co.uk/article/mi6-regrets-helping-vladimir-putin-to-get-elected-says-ex-spy-chief-tbttxxljf




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