
Purtroppo, viviamo tempi molto bui, in cui la disperazione e la paura regnano sovrane. Tanto i media mainstream, quanto quasi tutti i canali di pseudo controinformazione, pilotano a loro piacimento l’opinione pubblica, con grande soddisfazione dei potentati che dirigono l’orchestra. In questo modo, il fideismo, il tifo da stadio prendono il sopravvento e come è avvenuto in passato, attraverso un consenso artificialmente creato, si finisce per avallare i piani del nemico. Con la speranza di riuscire a far sì che il messaggio arrivi il più lontano possibile, vi auguro una buona e piacevole lettura.
Come nascono realmente i BRICS?
Per capire come nasce questo “fenomeno” dobbiamo tornare al 1956, quando la famiglia Rockefeller fece stilare un documento (poi divenuto un vero e proprio saggio) intitolato Prospect for America: The Rockefeller Panel Reports. Questo testo era il prodotto di un vero e proprio studio in materia economico – finanziaria, iniziato nel 1954 e pubblicato dalla Brothers Fund. Esso delineava il progetto per il Nuovo Ordine Mondiale da raggiungersi attraverso una narrazione di facciata che promuovesse una multipolarità che de facto non c’è mai stata. Ed è per questo che è fondamentale partire da qui, poiché quanto scritto in quel testo rappresenta il punto esatto in cui ci troviamo oggi.



Lo special Studies Project prese vita subito dopo la Seconda Guerra Mondiale e successivamente fu diretto da Henry Kissinger. Lo scopo era quello di creare un piano d’azione per realizzare il governo mondiale all’interno dell’ambiente postbellico esistente, e implementare l’Agenda in modo tale da poter essere venduta alla popolazione mondiale, pompando sul fatto che essa era stata concepita per il bene dei popoli. Non è mia intenzione riportare tutto il documento, ma alcune parti essenziali in modo da rendere bene l’idea al lettore.
Ad esempio, a pagina 26 del testo si legge: «Il risultato auspicato è la pace in un mondo diviso in unità più piccole, ma organizzate, operanti e controllate da un unico vertice, in uno sforzo comune per permettere e favorire il progresso della vita economica, politica, culturale e spirituale. Tale comunità Consiste in istituzioni regionali sotto un organismo internazionale di crescente autorità, unite in modo da poter affrontare quei problemi che sempre più le singole nazioni non saranno in grado di risolvere da sole.»
Che cosa si deduce da questo passaggio? Rileggiamo: «Istituzioni regionali sotto un organismo internazionale di crescente autorità, unite in modo da poter affrontare quei problemi che sempre più le singole nazioni non saranno in grado di risolvere da sole.»
Come ebbe modo di sottolineare il grande Gary Allen già nel 1969, ci stanno dicendo che creeranno intenzionalmente problemi sempre più difficili per costringere le nazioni ad aderire a quel “Superstato mondiale” di cui parlava proprio Allen, specie nel suo “Nessuno Osi chiamarla cospirazione” del 1972.
Il documento poi, chiarisce quale sia questa organizzazione internazionale di crescente autorità: «Oltre a partecipare direttamente allo sviluppo di due gruppi regionali, gli Stati Uniti hanno partecipato pienamente e fin dall’inizio alle Nazioni Unite, l’organizzazione internazionale che oggi nutre la ragionevole speranza di poter assumere sempre più funzioni e ad assumersi responsabilità sempre più grandi. Sostenendo lo spirito e la lettera della Carta, gli Stati Uniti hanno dimostrato di rendere un servizio più che formale all’indispensabile ordine mondiale che, come abbiamo visto, è alla base del consenso americano. L’ONU è la prova della nostra convinzione che i problemi che hanno un impatto mondiale devono essere affrontati attraverso istituzioni globali nella loro portata. Le politiche per promuovere la vitalità della nostra economia sono solo l’inizio del nostro compito. Devono essere prese in concomitanza con misure che facciano dell’interdipendenza delle nazioni una fonte di reciproca forza. È impossibile per gli Stati Uniti trattare in modo creativo con 80 nazioni sovrane esclusivamente su base bilaterale. Gli accordi multinazionali più naturali sono spesso regionali. In molte parti del mondo, la geografia si combina con la storia comune per fornire la base per obiettivi comuni e fruttuosi sforzi cooperativi.»
Quest’altro passaggio sancisce che a livello mondiale dovrebbe essere l’ONU (aggiungo io accompagnato dalle altre organizzazioni sovrannazionali come il CFR, Bilderberg, Commissione Trilaterale) quell’autorità mondiale al vertice della piramide. E qualcuno ora penserà che ho scoperto l’acqua calda, ma attenzione, c’è un particolare a cui non si fa mai menzione. Gli Stati Uniti hanno 1 voto su 193 all’Assemblea generale dell’ONU e 1 voto su 15 nel Consiglio di sicurezza; ergo, l’egemonia USA è sempre stata una facciata che va al di fuori dell’ONU, in quanto l’asse portante del progetto dietro al Nuovo Ordine Mondiale non è mai stato l’Occidente, ma l’Oriente, se così lo vogliamo chiamare.
Si intende che l’ONU è uno dei polmoni del Nuovo Ordine Mondiale, mentre gli Stati Uniti, nonostante la parvenza di forza dominatrice, sono coloro che, in realtà, sono uno strumento per raggiungere il fine. Infatti, con il proseguire dell’articolo vedremo anche il come e il perchè, ma è interessante vedere come il testo sottolinei, tra le tante cose, come gli USA si siano posti come ponte per trascinare la Cina nel Nuovo Ordine Mondiale:
«Gli Stati Uniti sono sfidati a comportarsi in modo da colmare in ogni modo possibile la potenziale scissione tra Oriente e Occidente. È profondamente preoccupato che Oriente e Occidente non si separino per mancanza di comprensione o per incapacità di vedere chiaramente gli interessi di fondo che sono tenuti in comune dai due grandi settori del globo. Il modo in cui ordiniamo la nostra vita in casa è un fattore importante nel tessere l’ampia unità, così sono le nostre relazioni specifiche con i singoli paesi.»
Ora, se si tiene conto del fatto che non ci sono fazioni in vera contrapposizione, ma un potere unico che vede il mondo come una scacchiera, le cui pedine sono i leader politici di ogni singola nazione che vengono sistematicamente spostati in funzione degli obiettivi da raggiungere, si fa presto a capire che la strategia è sempre stata quella di operare in due modi differenti fra Occidente e Oriente per arrivare al medesimo risultato. Prima di arrivare a vedere quando nascono ufficialmente i BRICS, frutto di questo piano esposto da sempre alla luce del sole, vi è un ultimo estratto del documento su cui puntare il focus, il quale così recita:
«Quindi, il vecchio ordine è in continuo mutamento mentre la forma della sostituzione potrebbe essere incerta. Tutto dipende, quindi, dalla concezione che si ha del futuro. Le diverse strutture interne possono produrre valutazioni diverse del significato delle tendenze esistenti e, cosa più importante, criteri contrastanti per risolvere queste differenze. Questo è il dilemma del nostro tempo. Un ordine mondiale di Stati che affermino la dignità individuale e la governance partecipativa e cooperino a livello internazionale secondo regole concordate, è la nostra aspirazione, il nostro obiettivo e dovrebbe essere la nostra ispirazione. Ma il progresso verso tale obiettivo dovrà essere sostenuto attraverso una serie di fasi intermedie. In un dato intervallo, di solito sarà meglio, come scrisse una volta Edmund Burke, “acconsentire a qualche piano qualificato che non raggiunge la piena perfezione dell’idea astratta, piuttosto che spingere per ciò che è più perfetto”, e rischiare crisi o disillusione insistendo immediatamente sul massimo. Gli Stati Uniti hanno bisogno di una strategia e di una diplomazia che tengano conto della complessità del viaggio, dell’altezza dell’obiettivo, così come dell’intrinseca incompletezza degli sforzi umani attraverso i quali verrà raggiunto. A svolgere un ruolo responsabile nell’evoluzione dell’ordine mondiale del ventunesimo secolo, gli Stati Uniti devono essere pronti a rispondere a una serie di domande: Cosa cerchiamo di prevenire, qualunque cosa accada e, se necessario, da soli? La risposta definisce la condizione minima di sopravvivenza della società. Cosa cerchiamo di ottenere? Questi obiettivi definiscono gli standard minimi della strategia nazionale. Cosa cerchiamo di ottenere, o prevenire, solo se supportati da un’alleanza? Questo definisce i limiti delle aspirazioni strategiche del Paese come parte di un sistema globale. Per gli Stati Uniti, la ricerca dell’ordine mondiale funziona su due livelli: la celebrazione dei principi universali deve essere accompagnata dal riconoscimento della realtà delle storie e delle culture di altre regioni.»
Che cosa ci stanno dicendo? Semplice, che per arrivare ad un Nuovo Ordine Mondiale globale, cioè Unipolare, è necessaria una divisione (regionalizzazione del mondo) per unificare le forze in campo in unico sotto un unico vertice, che non è altro che il vecchio, ma rinnovato. Lo stanno dicendo loro. Ergo, il paravento del mondo Multipolare (BRICS) serve per creare il consenso che apra la strada al mondo mondo Unipolare. Ma non deve stupire, è il solito giochetto, il banco è sempre truccato.
Ora, prima di passare al lato più pratico, desidero riportare alcuni estratti dal saggio di Henry Kissinger intitolato “World Order” del 2014. Leggete con attenzione queste parole:
«Dalla fine della Seconda guerra mondiale sono nate venti nuove nazioni. Senza dubbio ne emergeranno altre nel prossimo decennio. Mentre realizzano le loro aspirazioni, queste nazioni affrontano nuovi problemi. In un momento in cui le pressioni del periodo contemporaneo impongono una sempre maggiore interdipendenza, le nazioni di nuova indipendenza sono spinte o tentate di erigere economie autosufficienti, che tendono a restringere gli ampi mercati essenziali per l’industrializzazione. Un sistema di organizzazione dell’ordine internazionale è stato distrutto senza essere sostituito da un altro. Le forze divergenti del nazionalismo devono essere bilanciate da forze convergenti che cercano di realizzare una libera associazione di nazioni in modo che la cooperazione politica, sociale ed economica possa trascendere i confini nazionali e diventare unica, cioè globale. La ricerca contemporanea di un ordine mondiale richiederà una strategia coerente per stabilire un concetto di ordine all’interno delle regioni e per mettere in relazione questi ordini regionali tra loro. La divisione in micro unità è necessaria per arrivare allo scopo. Questi obiettivi non sono necessariamente identici o auto-concilianti: il trionfo di un movimento radicale potrebbe riportare ordine in una regione mentre prepara il terreno per disordini in altre. Il dominio militare di una regione da parte di un paese, anche se porta l’apparenza di ordine, potrebbe produrre una crisi per il resto del mondo. È necessaria una rivalutazione del concetto di equilibrio di potere e nuove mete. In teoria, l’equilibrio di potere dovrebbe essere abbastanza calcolabile; nella pratica si è rivelato estremamente difficile armonizzare i calcoli di un Paese con quelli degli altri Stati e arrivare ad un riconoscimento unico dei limiti. L’elemento congetturale della politica estera – la necessità di adattare le azioni a una valutazione che non può essere dimostrata una volta effettuata – non è mai più vero che in un periodo di sconvolgimenti.»
Kissinger poi, così prosegue:
«Quindi, il vecchio ordine è in continuo mutamento mentre la forma della sostituzione potrebbe essere incerta. Tutto dipende, quindi, dalla concezione che si ha del futuro. Le diverse strutture interne possono produrre valutazioni diverse del significato delle tendenze esistenti e, cosa più importante, criteri contrastanti per risolvere queste differenze. Questo è il dilemma del nostro tempo. Un ordine mondiale di Stati che affermino la dignità individuale e la governance partecipativa e cooperino a livello internazionale secondo regole concordate, è la nostra aspirazione, il nostro obiettivo e dovrebbe essere la nostra ispirazione. Ma il progresso verso tale obiettivo dovrà essere sostenuto attraverso una serie di fasi intermedie. In un dato intervallo, di solito sarà meglio, come scrisse una volta Edmund Burke, “acconsentire a qualche piano qualificato che non raggiunge la piena perfezione dell’idea astratta, piuttosto che spingere per ciò che è più perfetto”, e rischiare crisi o disillusione insistendo immediatamente sul massimo. Gli Stati Uniti hanno bisogno di una strategia e di una diplomazia che tengano conto della complessità del viaggio, dell’altezza dell’obiettivo, così come dell’intrinseca incompletezza degli sforzi umani attraverso i quali verrà raggiunto. A svolgere un ruolo responsabile nell’evoluzione dell’ordine mondiale del ventunesimo secolo, gli Stati Uniti devono essere pronti a rispondere a una serie di domande: Cosa cerchiamo di prevenire, qualunque cosa accada e, se necessario, da soli? La risposta definisce la condizione minima di sopravvivenza della società. Cosa cerchiamo di ottenere? Questi obiettivi definiscono gli standard minimi della strategia nazionale. Cosa cerchiamo di ottenere, o prevenire, solo se supportati da un’alleanza? Questo definisce i limiti delle aspirazioni strategiche del Paese come parte di un sistema globale. Per gli Stati Uniti, la ricerca dell’ordine mondiale funziona su due livelli: la celebrazione dei principi universali deve essere accompagnata dal riconoscimento della realtà delle storie e delle culture di altre regioni.»
A questo punto, il nostro “beniamino” fa un affermazione eclatante:
«Per realizzare un autentico ordine mondiale, Gli Stati Uniti, come ogni altro paese, pur mantenendo i propri valori, devono acquisire una seconda cultura che sia globale, strutturale e giuridica – un concetto di ordine che trascende la prospettiva e gli ideali di qualsiasi regione o nazione.»
Quanto appena riportato sottolinea quello che si è detto prima, cioè che il ruolo di egemonia degli Stati Uniti, altro non è che l’ennesimo paravento di un piano molto ben più grande e pericoloso che si possa immaginare. Come abbiamo appena letto, Kissinger afferma che gli Stati Uniti devono «acquisire una seconda cultura che sia globale, strutturale e giuridica – un concetto di ordine che trascende la prospettiva e gli ideali di qualsiasi regione o nazione.»
Lo stesso vale per l’Europa, la quale, come abbiamo già visto nell’articolo dedicato, secondo i dettami del Piano Kalergi, deve sparire per entrare nell’Eurasia, dove le culture e le tradizioni dei popoli europei scompaiono per lasciare posto ad un sincretismo etnico e culturale che faciliti l’assimilazione dell’Europa all’ordine Sinorusso. Stiamo assistendo a questa distruzione alla quale nessuno si oppone con fermezza. Basta che ci guardiamo intorno per comprenderlo. E per ricollegarci a quanto detto in merito al rapporto in cui si sottolinea che l’America deve fare da ponte per la Cina verso questo Nuovo Ordine Mondiale, direi che unendo i puntini si fa presto ad arrivare alla conclusione.
Dalla teoria alla pratica
Dopo un processo durato oltre cinquant’anni, l’ uomo che sulla base degli schemi appena esposti ha creato i BRICS si chiama Jim O’Neill. Per i più questo nome risulta sconosciuto, ma è fondamentale capire di chi stiamo parlando per arrivare al nocciolo della questione. Sir Jim O ‘Neil ha conseguito due lauree BA e MA in economia presso la Sheffield University nel 1978 e un dottorato di ricerca presso l’Università del Surrey nel 1982. Ha ricevuto quattro lauree honoris causa: una dall’Institute of Education; due dalla University of London per la sua filantropia e per i suoi servizi al settore bancario e finanziario; Sheffield University in riconoscimento del suo contributo all’economia internazionale.
Successivamente è stato il presidente della Goldman Sachs Asset Management dal 1995 fino all’aprile 2013. Ha presieduto la Cities Growth Commission nel Regno Unito fino a ottobre 2014 e attualmente è presidente onorario di economia presso l’Università di Manchester. È anche Visiting Research Fellow presso il Think tank Rothschildiano economico internazionale Bruegel, e nel comitato consultivo economico dell’IFC, il braccio di investimento della Banca mondiale. È uno degli amministratori e fondatori dell’ente di beneficenza per l’istruzione del Regno Unito Shine e fa parte del consiglio di “Teach for All” e di una serie di altri enti di beneficenza specializzati nell’istruzione.



Nel settembre 2013 è diventato Direttore non esecutivo del Dipartimento dell’Istruzione. È stato anche Segretario commerciale al Tesoro britannico. Il curriculum continua con la designazione ad Agenda Contributor del WEF, ma questo è del tutto irrilevante a confronto del fatto che è stato il presidente del Royal Institute of International Affairs (Chatham House) dal 2019 al 2021. Quando si parla del RIIA bisogna tenere bene a mente il fatto che trattasi di una delle organizzazioni sovranazionali più potenti del mondo. Ne avevamo già parlato, tuttavia, in breve, nasce nel 1920 per mano dei banchieri Rothschild – Rockefeller, ma l’idea inizialmente venne partorita a Parigi il 30 maggio 1919, durante la Conferenza della “pace”, quando il plenipotenziario del presidente statunitense Woodrow Wilson (uomo dei banchieri) il colonnello Edward House (agente della famiglia dei banchieri Shiff), riunì all’Hotel Majestic di Parigi un gruppo di personaggi molto influenti nella politica, nell’economia e nell’ambito militare mondiale, legati fra l’altro alla massoneria. Tra i maggiori azionisti del RIIA troviamo: British Petroleum, Shell, Bank of England, Barclays, Lloyd Bank, JP Morgan Chase, Ford Motors, Rothschild & Co e molti altri. Cioè gli stessi nomi che incontriamo ovunque.


Tornando a noi, nel 2001, Jim O’Neill era il presidente della Goldman Sachs Asset. Quindi, dirigeva le strategie economiche e finanziarie della banca. Sotto la sua direzione, nel 2001, la Goldman Sachs pubblicò un documento intitolato “Building Better Global Economic BRICS” coniando così un nuovo acronimo come termine di investimento.

Così facendo, stando anche a quanto affermato da Ron Caldwell (economista scomparso nel 2016) la Goldman Sachs diede vita ad un nuovo sistema di spostamento di capitali per intensificare la sua presenza e quella dei suoi investitori all’interno del cosiddetto blocco orientale. Al momento della pubblicazione, i BRICS comprendevano quattro paesi: Brasile, Russia, India e Cina, le cui rispettive banche centrali erano già governate dalla Banca dei regolamenti internazionali (Rothschild) e che tutt’ora le controlla, come le altre 156. Nel 2003, O’Neill stilò un nuovo documento per la Goldman Sachs intitolato “Dreaming with BRICS: The Path to 2050” in cui la banca prevedeva che le economie combinate dei BRICS sarebbero state in costante crescita, grazie anche ai nuovi spostamenti di capitale dell’alta finanza.


Il 20 settembre 2006, Russia, India, Cina e Brasile, tennero a New York la prima riunione ministeriale dei BRICS. Curioso come nessuno abbia mai focalizzato l’attenzione su questo “piccolo dettaglio”, dal momento che La Grande Mela è il baluardo dei banchieri insieme a Londra e Basilea, come nessuno sottolineò l’estrema attenzione e riguardo che la Federal Reserve (di New York, la più importante delle 12 filiali) dedicò all’avvenimento e di quanto questa ne fosse entusiasta. Chiunque abbia un minimo di conoscenza in materia di economia e finanza (nonché di storia) sa perfettamente che nessuno muove un muscolo senza che la Federal Reserve dia il suo consenso.


Attenzione, nel 2015, quando il compito della Goldman Sachs fu esaurito, chiuse il suo fondo all’interno del “BRICS” (ma potenziò la sua presenza all’interno delle nazioni dei suoi paesi con investimenti e altre operazioni finanziarie). O’Neill, specie, durante i tre anni come presidente del RIIA ha incentivato e spinto continui flussi di capitali verso i BRICS da parte dei grandi banchieri internazionali ai vertici delle banche centrali, private e dei fondi di investimento. Ciò è ben comprovato anche dagli azionariati delle più grandi corporations dei paesi BRICS, in mano all’alta finanza angloamericana. A questo proposito si vuole stilare una lista degli azionariati di alcune delle più grandi corporations di alcuni dei paesi BRICS, prendendo in esame i più importanti, ossia Cina e Russia.
CINA
I seguenti sono i due colossi petroliferi cinesi, di cui la prima è la terza per fatturato del mondo, ufficialmente dichiarata come Compagnia Integrata dallo stato: Falso.



Di seguito, i colossi bancari, le assicurazioni, industrie farmaceutiche e altro.










A tutto questo vorrei aggiungere un particolare davvero singolare. Si parla spesso di auto elettriche cinesi, ma di chi sono in realtà queste automobili? Iniziamo da una delle più grandi, la BYD Company Limited.

Come possiamo vedere, la società è specializzata in nella produzione di auto elettriche, ma non solo, poichè si allarga ad altri campi. Se guardiamo l’azionariato della società si scopre che è per la stragrande maggioranza in mano ai soliti noti, cioè i grandi banchieri internazionali. La slide successiva lo dimostra.

Si segnala che la BYD è stata fondata nel 1995 con sede a Shenzhen e nel centro di Los Angeles, era già la prima azienda globale per vendite con 1,85 milioni di veicoli elettrici e ibridi nel 2022, con un aumento del 211% su base annua al 2024, superando persino Tesla. Nelle Slide successive, abbiamo la Guangzhou Automobile Group Motor Co., Ltd (o GAC Motor, una Holding gigantesca che si occupa, fra l’altro, di veicoli elettrici e racchiude al suo interno altre società impegnate nei medesimi campi.

Aprendo l’azionariato di questo colosso, si scopre che all’interno, troviamo ancora i soliti noti. Fermo restando che per avere potere decisionale non serve avere la maggioranza delle azioni, ci si dovrebbe domandare cosa ci fanno gli angloamericani all’interno di una delle più grandi holding cinesi.

Di seguito, l’indirizzo ufficiale della compagnia:
https://www.gac-motor.com/en/about/group.html
A questo punto non possiamo parlare del gigante dell’industria automobilistica cinese, la Geely Automobile Holdings Limited. Come possiamo vedere, gli azionisti della Geely chi sono? Tiriamo a indovinare?


Degno di nota è che la società ha più di 30 marchi e una miriade di joint venture con un’enorme varietà di tipi di prodotti A questo indirizzo ci si può fare un’idea:
https://global.geely.com/en/brand
Bene, ora proseguiamo con la BAIC Motor Corporation Limited. La corporations in questione è un altro colosso “cinese” a livello mondiale. Ma se guardiamo il suo azionariato nelle slide successive, ancora una volta, chi troviamo? A questo indirizzo, maggiori informazioni sulla compagnia:
https://www.baicintl.com/news/newsRelease/detail/204


Può bastare? Perchè a questo punto la domanda sorge spontanea: davvero i paesi dei fantomatici BRICS come ad esempio la Russia, o in questo caso Cina ecc ecc, stanno cacciando i grandi usurai a pedate come ci raccontano? Sicuri? Basta tuto quello che è stato esposto? Facciamo così, diciamo che non siamo ancora soddisfatti. E allora perchè non parlare della Brilliance China Automotive Holdings Limited. Se ne è parlato spesso in passato, e i più lo hanno fatto omettendo che funge da tramite per il mercato cinese della ben più nota BMW. La società viene spacciata per cinese, ma anche qui, se apriamo l’azionariato (nelle slide successive), scopriamo che i lorsignori la fanno da padroni anche qui. Oltre ad occuparsi anche di veicoli elettrici, l’azienda ha un’altra serie di partecipazioni da far venire i brividi.


Ora, qualcuno ora potrà stupirsi, ma non si può non parlare di Xiaomi. Il colosso “cinese” non si occupa solo smartphone, laptop ecc, ma da poco ha anche un settore automobilistico specializzato, senza contare che fornisce la maggioranza delle tecnologie a tutta l’industria automobilistica cinese.

In più, il 29 aprile 2024 è stato annunciato il debutto della SU7, il veicolo “sostenibile e rivoluzionario” della società. Per maggiori info a questi indirizzi:
- – https://www.mi.com/global/discover/article?id=3095
- – https://www.mi.com/global/discover/article?id=3095
Ma in tutto ciò, di chi è Xiaomi? Risposta scontata, leggere le slide successive, ivi comprese le partecipazioni. Oltre a quelli sottolineati e alle partecipazioni ci sarebbe da aprire una parentesi su Bin Lin, ma lo faremo in un secondo momento perchè altrimenti non la finiamo più.


Non fatevi ingannare dalle bandierine che si vedono affianco a GF Fund e Invesco Great. Sono le filiali “cinesi” delle relative angloamericane. Prima di chiudere questo capitolo e proseguire, si evidenzia un altro falso mito da sfatare. Si continua a parlare del debito pubblico americano in pancia alla Cina ecc, ma le cose stanno in maniera diversa. A parte che il debito pubblico di un paese è titolo esclusivo della banca centrale di riferimento e andare a sovra indebitare un paese per alleggerirne un altro non ha molto senso, quindi di per sé eviterei di fare affermazioni del genere, ma anche se fosse, domandiamoci perchè nessuno parla del debito pubblico cinese che è ben più alto di quello giapponese di cui si continua a parlare di questi tempi o di altri ancora. E in seconda battuta, la Cina che sta ancora pagando i debiti per la Via Della Seta, tutti rigorosamente in dollari.


Si potrebbe andare avanti per giorni, ma ritengo quanto esposto un esempio esaustivo al fine di comprovare come le corporations cinesi, pontificate come meri colossi che si oppongono al dominio occidentale, non siano altro che l’altra faccia della medaglia dello stesso potere che muove il mondo: gli usurai ai vertici delle banche centrali, i quali sono gli stessi al comando delle banche private, dei grandi fondi di investimento e delle multinazionali. Ora passiamo alla Russia. Gazprom su tutte, visti i recenti “eventi” relativi al gas ecc. A chi appartiene la Gazprom? A fianco, la Surgutneftegas (compagnia petrolifera e di gas, proprietaria di grandi riserve di petrolio e gas nella Siberia occidentale).


Proseguiamo con i colossi petroliferi e altri ancora. Di seguito abbiamo Lukoil e Transneft. La seconda è fondamentale, poichè gestisce oltre 70.000 chilometri di gasdotti e oleodotti e trasporta grosso modo il 90% del petrolio e il 40% dei derivati petroliferi prodotti in tutta la Russia, oltre a enormi volumi di idrocarburi grezzi provenienti dai paesi della CSI, ossia l’Organizzazione internazionale di cooperazione economica, politica e militare creata nel 1991 contemporaneamente con lo scioglimento dell’URSS di cui fanno parte Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Tagikistan, Russia e Uzbekistan (Turkmenistan ritiratosi nel 2008 e Ucraina altrettanto nel 2018, che “casualità…”) La società, comunque, è quotata alla borsa di Mosca, dove i nostri i banchieri internazionali sono di casa. Nella terza slide X5 Group.



Proseguiamo con le altre: VT Bank; Novatek e Severstal (uno dei più grandi gruppi siderurgici del mondo).



Adesso, perchè non dare un’occhiata alla Aeroflot, una delle più grandi compagnie aree russe? Per chi non lo sapesse, è di proprietà statunitense. Nell’immagine a destra potete leggere chi sono gli azionisti. Sono due.


Proseguiamo con Magnit, colosso “russo” specializzato nella vendita al l’ingrosso e al dettaglio.


Proseguiamo con altre Slide: Pao Sovcomflot (corporation specializzata nella proprietà e nella gestione di navi offshore per l’industria del petrolio e del gas. L’attività del gruppo è organizzata in 4 divisioni); Seconda slide, Credit Bank of Moscow (Banca di credito di Mosca);


Si potrebbe andare avanti per ore, ci sono centinaia e centinaia di altre società russe in mano ai soliti noti, ma mi fermo qui poiché vi è la necessità di evidenziare ancora un altro aspetto, probabilmente il più importante. Si sottolinea che i dati sugli azionariati sono reperibili direttamente dai portali ufficiali delle rispettive società, resi noti anche dalla piattaforma MarketScreener a questo indirizzo (https://it.marketscreener.com/), la più grande e completa piattaforma finanziaria al mondo che fornisce dati e informazioni su tutte le corporations, nonché in diversi libri postati alla fine nella bibliografia.
Quindi, chiedo cortesemente alle persone che fanno ricerche su Wikipedia (l’enciclopedia non libera) di astenersi da commenti che sposano la vulgata e non dicono la verità. Domanda, perché la presenza così preponderante della Banca Centrale di Norvegia? Dunque, la Norvegia ha il fondo “sovrano” più grande al mondo, anche se non è poi così sovrano.
Questo fondo è stato creato nel 1990 per custodire i vantaggi economici dell’industria del petrolio e del gas all’interno del paese. Il fondo, quindi trae profitto sull’industria petrolifera della Norvegia e dalle relative vendite di contratti di locazione ad altre corporations interessate allo sfruttamento dei suoi territori. I nostri “cari amici” banchieri internazionali, attraverso questo fondo hanno allungato i tentacoli all’interno di oltre 10000 aziende in tutto il mondo. 10000 solo che attraverso questo fondo. Quindi dietro una facciata di tipo “statale”, i proprietari privati della Banca centrale di Norvegia gestiscono attraverso di essa il “fondo sovrano”, e attraverso i relativi investimenti a loro volta gestiscono altre società. Non è una novità naturalmente, ma il meccanismo è: controlla una società o un gruppo per controllarne altri 10.
Chi governa la Banca Centrale di Norvegia? La solita Bank For International Settlements – Banca per i Regolamenti Internazionali.

A tutto questo andrebbe aggiunta anche la sottoscrizione degli accordi di BALI da parte di tutti i paesi, compresi quelli dei cosiddetti BRICS, legati ai passaporti vaccinali, valuta digitale e molto, molto altro ancora e che trovate qui:
Chi governa i paesi dei BRICS?


Chi governa le banche centrali dei cosiddetti BRICS? Le banche centrali del mondo, (tutte) sono controllate e governate da un unico potere, come si è già detto molte volte: Bank for International Settlements – Banca per i Regolamenti Internazionali (sul suo portale ci sono tutte con tutto quello di cui si vuole sapere annesso e connesso). Ci sono tanti modi e tanti canali per verificare, il più rapido e semplice è che se provate a scrivere il nome della banca centrale di vostro interesse su un qualsiasi motore di ricerca affiancato dalla sigla BIS, vi darà come risultato il portale della Banca dei Regolamenti Internazionali che, attraverso un collegamento diretto vi manda alla banca che state cercando. Ripeto ci sono tanti canali e mille modi, ma basta questo che è il più semplice e diretto, troverete anche molte informazioni sulle rispettive banche di vostro interesse.
Curioso come il grande Giacinto Auriti, abbia sempre gridato al mondo per tutta la vita le seguenti parole: «Ogni popolo dovrebbe mettersi contro la rispettiva banca centrale, perchè tutte le banche centrali sono collegate tra loro nell’alta massoneria bancaria che domina il mondo, la quale rappresenta una rete che arriva a toccare tutti i vertici di ogni singola banca centrale.»
A corredo di quanto appena detto, si specifica cha la BIS è stata creata appositamente per questo, cioè governare tutte le banche centrali del mondo, la cui maggioranza, non a caso, sono nate dopo la sua costituzione. La BIS è l’organo più potente del mondo, gode di immunità totale (non può essere inquisita, denunciata, messa sotto processo, diffidata, niente di niente) come specificato dal “Protocollo delle immunità della Banca dei Regolamenti Internazionali” che trovate qui:
Nei seguenti articoli stabilisce:
Articolo 1: La Banca dei Regolamenti Internazionali, i suoi beni e averi, nonché tutti i beni e averi che le sono o saranno affidati, siano essi monete o altri beni fungibili, lingotti d’oro, argento o qualsiasi altro metallo, oggetti preziosi, titoli o qualsiasi altro oggetto il cui deposito è ammissibile secondo la prassi bancaria, sono esenti dalle disposizioni o misure di cui al paragrafo 2 dell’articolo X dell’Accordo con la Germania e all’articolo 10 della Carta costitutiva successiva alla Convenzione con la Svizzera, del 20 gennaio 1930. I beni e i beni di terzi, detenuti da qualsiasi altro ente o persona, su istruzione, in nome o per conto del conto della Banca dei Regolamenti Internazionali, si considerano affidati ad essa e godono delle immunità previste dagli articoli già menzionati dello stesso diritto dei beni e dei beni che la Banca dei Regolamenti Internazionali detiene per conto terzi, nei locali appositamente predisposti dalla Banca, sue filiali o agenzie.
Ergo, come fece notare il ben noto Cleon Skousen nel 1977, l’immunità della Banca dei Regolamenti Internazionali è estendibile alle banche centrali ad essa connesse. Tutte e 160 le banche centrali del mondo godono di questa immunità. Ora, essendo le banche centrali le uniche che (illegalmente) stampano o creano denaro dal nulla prestandolo agli stati pretendendo in cambio il pagamento di un interesse (USURA), che i paesi stessi addebitano sulle spalle dei cittadini (creando il debito pubblico che appunto, de facto non esiste poiché un credito rovesciato in quanto la proprietà del denaro non è di chi lo emette, ma di chi lo accetta, perchè accettandolo sulla fiducia vi conferisce valore indotto e lo fa circolare – Auriti Docet) che cosa si capisce? Che l’intero sistema monetario, economico, finanziario mondiale è in mano ad un solo e unico potere. Essendo quindi l’emissione monetaria monopolio delle banche centrali, ciò significa che esse determinano le sorti di ogni singolo paese ma non solo, delle nostre vite. Loro decidono quando dobbiamo mangiare e quando no, quando dobbiamo fallire e quando no, così come da tempo immemore stanno lavorando alla transizione digitale in toto.
Ed è sempre lei, la Banca per i Regolamenti Internazionali che guida l’orchestra. Se guardiamo attentamente ciò che sta accadendo in Russia, si capisce come questa e tutti gli altri paesi dei BRICS stiano applicano alla lettera non soltanto i protocolli di BALI (postati prima) sottoscritti da tutti i paesi, bensì le direttive che arrivano direttamente dalla Banca dei Regolamenti Internazionali. Quindi, anche se qualcuno millanta la sospensione della Russia da parte di quest’ultima (a parte che non è così), ciò non significa che essa non porti avanti l’Agenda, anzi tutto il contrario come dimostrano i fatti. Per avere un’idea chiara di quello di cui stiamo parlando, oltre a leggere quanto segue, vi invito a visionare uno degli ultimi documenti che la Banca centrale russa ha pubblicato in tempi recenti, di cui sono state tradotte alcune parti. Lo trovate qui sul blog a questo indirizzo:
Notizie di rilievo
Direttamente dal portale della Banca centrale russa.
Fatevi un’idea: http://www.cbr.ru/eng/Psystem/sfp/



Ma ancora più di rilievo è il fatto che Il 18/05/2023 la banca centrale russa ha pubblicato un rapporto intitolato “Nuove sfide per la politica monetaria”. In questo documento, la banca centrale, oltre alle CBDC, mette in evidenza la necessità di attuare misure funzionali alla limitazione del riscaldamento globale poiché il cambiamento climatico si sta facendo sempre più pressante.
Il piatto forte è l’ammissione del fatto che la Banca centrale russa lavora, per citare le parole da essa stessa usate nel rapporto, “all’implementazione di valute digitali su larga scala il cui sviluppo è iniziato negli anni ’80. Ma non solo, parla anche delle emissioni di Co2, limitazioni per la precisazione, e del conseguente rischio siccità se il riscaldamento globale e quindi il problema del clima (bufale per antonomasia) dovessero continuare sui ritmi odierni. E quindi Carbon Tax, e fanno una stima del prezzo di Co2 a seconda del reddito di ogni paese. Ma dai? Mi ricorda… il Project Genesis della Banca dei Regolamenti Internazionali.
Link documento: http://www.cbr.ru/eng/search/?text=Co2
Non è in lingua italiana, tuttavia ne ho tradotto alcune parti essenziali per fare in modo che i più potessero leggerlo.











Ancora due cose prima di concludere. Si tenga ben presente che per comprendere la Russia di oggi è necessario partire dalla rivoluzione del 1917, lo stesso vale per la Cina, la quale è stata infiltrata dai Gesuiti prima e dal 1830 in poi dai Rothschild, per finire ai Rockefeller dal 1921 con l’apertura della loro prima filiale bancaria cinese, che poi diventeranno più di una dozzina, prima di cominciare ad acquisire quelle cinesi. Tutto questo potrà essere motivo di analisi in un altro articolo, ma è fondamentale evidenziarlo per comprendere che i banchieri hanno spremuto l’Occidente, quando nello stesso momento infiltravano e preparavano il cosiddetto blocco orientale al grande salto finale.
Questo non lo dico io, ma la storia, quella vera, quella non occultata e ne abbiamo parlato altre volte. Tuttavia, oggi si parla di nuovo dell’oro, in funzione di una possibile moneta BRICS, senza sapere che il monopolio dell’oro è sempre nelle stesse e solite mani e senza contare che, proprio sulla base di quanto sancito da Auriti con la teoria del valore indotto, la moneta non ha bisogno di una riserva per essere coniata. Ergo, una moneta ha valore perchè una comunità di cittadini si mette d’accordo che essa abbia valore, pertanto non necessita di una riserva. E questo è uno dei più grandi inganni mai perpetrati dal potere ai danni dei popoli. Si consiglia la lettura dei testi di Giacinto Auriti e la visione dei relativi video disponibili su YouTube per approfondire ancora di più il tema monetario, di cui comunque parlerò in seguito.
Perciò che riguarda l’oro nello specifico, in breve, nel 1882 nacque in Sudafrica dapprima la De Beers Consolidates Mines, seguita dalla Consolidated Gold Fields, attorno a Cecil Rhodes, Lord Rothschild, Alfred Beit e Barney Barnato, il quale fu costretto a cedere sotto le pressioni di Rhodes e i Rothschild, i quali, a loro volta, in quel periodo esercitavano già un controllo così totale sull’oro a livello mondiale da imporre che il suo prezzo (fixing) venisse giorno per giorno fissato a Londra, cosa che avviene a tutt’oggi, da parte di due sole società: la N.M. Rothschild & Sons e la Mocatta & Goldsmid. Sono queste due a fissare il prezzo dell’oro a livello mondiale, senza contare il fatto che il 70% dell’oro del mondo è contenuto nei Caveau della Federal Reserve (la più grande riserva d’oro del mondo) seguito da quello contenuto in quelli della Bank of England. Vorrei poter approfondire il discorso legato al falso mito del Gold Exchange Standard ecc, ma già l’articolo è lungo, se proseguiamo ancora diverrebbe un poema e non è nostra intenzione ammorbarvi, lo vedremo in un secondo momento.
L’importante è comprendere che se mai i BRICS coniassero una moneta legata all’oro (non è detto che accada), non fa alcuna differenza, poiché è il potentato che c’è dietro che ne trae beneficio ed è quello stesso potere che sta manovrando tutto, attraverso le rispettive banche centrali, private, i fondi, le multinazionali, specie quelle operanti nel blocco “orientale”. Quello che pochi comprendono è che il Nuovo Ordine Mondiale fatto e finito sono proprio i BRICS, con al centro quella che diverrà l’ex Unione Europea: l’Eurasia. Il dollaro sta cambiando forma, ho già menzionato credo alla Unicoin, cioè della moneta unica universale o Single Global Currency, il cui creatore è stato Robert Mundell, lo stesso che ha creato l’euro.
È stato evidenziato più volte che un Grande Reset non può avvenire se non dinanzi ad uno scenario di crisi economico – finanziaria su scala globale artificialmente creata. Essendo che lo scorso aprile è stata coniata la Single Global Currency (moneta unica universale di Mundell) i paesi di tutto il mondo stanno preparando quelli che sono i deterrenti del Grande Reset e non è un caso che Russia, Brasile, Cina, coordinate dalla Banca dei Regolamenti Internazionali, siano state le pioniere delle CBDC. Il rublo digitale è già attivo, lo stesso vale per Cina e Brasile, l’Europa sta ultimando gli ultimi test.
Come ha scritto e provato Morrison Bompasse nel testo intitolato “Single Global Currency” e confermato recentemente da Klaus Regling (creatore del MES) una qualsiasi valuta sia essa digitale o di altra natura, nazionale o addirittura regionale, dovrà fare riferimento alla Single Global Currency. La Moneta Unica Universale così come tutte le valute liquide, le CBDC ecc nessuna esclusa, sono di totale controllo della Bank for International Settlements, cioè la Banca per i Regolamenti Internazionali. Bompasse, così come Mundell stabilirono proprio Basilea (dove appunto risiede la BRI) il centro nevralgico per la gestione della Moneta Unica Universale e non è un caso, così come non è un caso che la DCMA (l’autorità monetaria che l’ha coniata) sia stretta partner della Banca dei Regolamenti Internazionali. E non è un caso che vi siano in corso numerosi test delle CBDC nello stesso tempo in cui stanno testando la Single Global Currency. Per la cronaca:
In tutto questo vi è da specificare un ultimo passaggio, anche se ne abbiamo già accennato prima. Le storielle inerenti alle monete legate all’oro ecc dei BRICS sono solo una copertura, il sistema distopico futuro è incentrato sull’Intelligenza Artificiale, il che fa capire ancora di più la gravità della situazione. Si ribadisce, fra l’altro, che l’intelligenza artificiale è destinata a dominare il Global Financial System del futuro prossimo.
La Single Global Currency, cioè la Moneta unica universale è stata coniata il 15 aprile del 2023. Non è dato sapere se alla fine sarà questa, ma attualmente questa è la realtà. Se aprite il link al video di YouTube che vi ho postato prima dove si parla della Single Global Currency, scoprirete che la maggioranza della popolazione mondiale, mentre viene pompata sul falso mito dell’oro e della moneta BRICS, non è a conoscenza della destinazione finale che prevede questo piano di Sinarchia Universale, ignorando che il Nuovo Ordine Mondiale fatto e finito sono proprio i BRICS. La storia, quella vera e non occultata, insegna che cambiano i burattini, non i burattinai. Dietro c’è sempre quell’unico potere che domina il mondo.
Ultima notizia di rilievo a riprova del fatto che i BRICS non sono teleguidati sempre dai soliti noti è la notizia recentissima inerente la loro volontà di aprire una Banca Centrale dei BRICS. Lo dice il loro portale ufficiale a questo indirizzo:
https://infobrics.org/post/41245


Ma non erano contro il sistema usuraio, contro le banche centrali ecc. ecc.? Parlano di CBDC, Blockchain ecc. ecc. Non erano contro l’Agenda? Se leggerete gli altri nostri articoli capirete che non c’è nessuno che si contrappone alla volontà del potere unico che muove il mondo. E allora dovremmo chiederci che cos’è che ancora non si è capito della parola “opposizione”? Cosa dobbiamo fare? E chi lo deve fare? Bene, la risposta l’ha data tanto tempo fa un uomo straordinario di nome GIACINTO AURITI.
Se si darà il consenso alla Russia, alla Cina, al falso mito dei BRICS, a Trump e all’Eurasia sarà la fine. Gli usurai, con l’inganno avranno vinto di nuovo. Se si rifiuta sia una parte che l’altra e si capisce che il potere è uno solo, allora abbiamo una possibilità. La saggistica, i documenti e i fatti che approfondiscono il tema di come è stato prospettato il cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale fatto e finito è vasta, così come sono altrettanto vaste le modalità con le quali sia stata messa in atto una macchinazione continua fatta di menzogne atte a manipolare la storia dei popoli canalizzando i loro pensieri, emozioni, scelte e dissenso in un modo ben preciso da parte di quel potere usuraio che muove tutto. Tutto questo ha permesso a quest’ultimo di operare indisturbato da dietro le quinte attraverso un perenne passaggio della fiaccola che non ha fatto altro che distruggere e ricreare a suo piacimento inebetendo le menti delle persone, corrompendone i cuori, spogliandole di ogni forza di volontà e asservendole a dettami funzionali alla perpetua schiavitù della mente e dello spirito. Dietro ad ogni rivoluzione, guerra, crisi, carestia, genocidio, cambiamento c’è sempre quello stesso stramaledetto potere.
La concezione dualistica del potere è alla base del Divide et Impera ed è quella che genera il consenso. O lo si capisce, lo si accetta e lo si affronta smettendo di credere alle favole o ai miti salvifici da loro proposti per poi far cadere i popoli sempre di più nell’oblio, oppure, tra il 2025 e il 2030 il sipario calerà definitivamente. Bisogna rendersi conto che l’appartenenza media dei no vax al falso mito di Putin/Trump e quella dei si – vax all’Europa, NATO ecc è tutto frutto di una loro manipolazione in cui i popoli sono caduti. Non è un caso che questa ennesima guerra orizzontale ha portato a tale divisione in fazioni. Hanno canalizzato il dissenso esattamente come hanno sempre fatto e lo hanno portato dove volevano creando la malattia avendo già la cura in mano per arrivare allo step successivo.
L’informazione è potere, ma la controinformazione è consenso. Vogliono il consenso, prima ancora dell’uso della forza. Continuare a parlare di vaccini o di finte commissioni di inchiesta atte a distrarre non fa altro che alimentare il loro gioco. Accanirsi nel chiedere una giustizia che non arriverà mai non fa altro che alimentare il livore delle persone, il quale le incatena ad un immobilismo che impedisce di reagire. Così facendo la popolazione mondiale non si rende conto di quanto sia rimasta indietro rispetto ai piani dell’Agenda che stanno portando avanti.
Tutto è utile alla distrazione per fare in modo che i più guardino il dito, ma mai la luna. Non basta essere consci della realtà dietro le vaccinazioni per definirsi svegli. Quella non è nient’altro che una misera briciola rispetto a tutto il resto. E che cos’è questo resto? Quella che il grande Gary Allen, nel 1972 così definì: COSPIRAZIONE.


Come sapete, di recente abbiamo ampliato le funzioni del blog, implementando la possibilità di poter caricare contenuti multimediali. Dunque, si è deciso di aggiornare anche gli articoli più vecchi con contenuti video. In questo caso, desideriamo proporre, prima della lettura dell’articolo, il filmato prodotto dal team di DetoxedInfo di cui abbiamo già parlato nell’articolo intitolato “L’inganno della multipolarità” al quale questo articolo si collega perfettamente. Per dovere d’informazione, seppur inattivo, segnaliamo il link del canale Rumble nel quale era presente tutto il lavoro di questo grande team che purtroppo non c’è più:
https://rumble.com/c/DetoxedInfo
Fonti
Bibliografia
- Prospect For America The Rockefeller Panel Reports;
- Alfredo Bonatesta – Sinarchia Universale, progetto di un nuovo ordine mondiale;
- Gary Allen – Nessuno osi chiamarla cospirazione;
- Gary Allen – The Rockefeller file;
- Gary Allen – Kissinger, the secret side of the Secretary of state;
- Gary Allen – The CFR cospiracy to rule the world;
- Charles Levinson – Vodka Cola;
- Harvey Klehr, John Earl Haynes, Kyrill M. Anderson – The Soviet World of American Communism;
- Susan Bradford – The Tartar Treachery;
- Susan Bradford – End of Globalism;
- Peter Schweizer – Red Handed;
- Eustache Mullins – The world order, Our Secret Rulers;
- Juri Lina – Under The sign of the scorpion;
- Antony Cyril Sutton – Western Technology and Soviet Economic Development (volumi I, II e III);
- Anatoliy Mikhaylovich Golitsyn – The Perestroika Deception;
- Henry Kissinger – On China;
- James Perloff – Truth Is a Lonely Warrior: Unmasking the Forces behind Global Destruction;
- Morrison Bompasse – The Single Global Currency;
- Pavel Stroilov e Vladimir Kostantinovic Bukovskij – EURSS, Unione Europea delle repubbliche socialiste sovietiche;
- Pavel Stroilov e Vladimir Kostantinovic Bukovskij – Il complotto dei rossi;



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