Nella prima parte sono stati citati nomi importanti di esponenti politici e di potenti uomini d’affari; abbiamo anche fatto collegamenti con la criminalità organizzata, l’intelligence statunitense e israeliana, e l’élite ebraica di Mega Group. Ma politica, mafia e traffico di esseri umani (a qualsiasi scopo esso sia) hanno tutti lo stesso denominatore, il profitto.

Partiamo dal presupposto che i soldi a disposizione di Jeffrey Epstein non potevano essere tutti frutto dei suoi ricatti, non solo.

Ma allora da dove arrivavano tutti quei milioni?

Proviamo a fare un salto nel passato e partiamo da Samuel Bronfam. Appartenente ad una famiglia di albergatori S. Bronfman ha avuto la capacità di dare un senso al suo cognome – “Uomo del brandy” – avviando un importante commercio illegale di alcolici e gioco d’azzardo. Per realizzare il progetto ha coinvolto e rafforzato il crimine organizzato di quegli anni (fine anni ’20) prima in Canada e poi negli Stati Uniti, intrecciando rapporti con figure mafiose criminali come “Lucky” Luciano; erano così affiliati che arrivarono a riunirsi in una “confederazione” chiamata National Crime Syndicate, dominata dalla mafia ebreo-americana ed italo-americana.

La figura con la quale intraprese un vero e proprio cammino e che più può farci capire come si sia arrivati al caso Epstein è Lewis “Lew” Rosenstiel.

Lavorava nella distilleria dello zio e si potrebbe definire un uomo “fortunato” visto l’incontro fortuito con Winston Churchill che sembra avergli consigliato, in quell’occasione e in tempi ancora non sospetti, di prepararsi al mercato statunitense; Rosenstiel riuscì anche a farsi finanziare dalla Wall Street Lehman Brothers; strinse inoltre importanti rapporti con l’FBI.

Già avvezzo al ricatto Rosenstiel spiava i dipendenti con registrazioni sul posto di lavoro e i suoi ospiti durante le feste organizzate a casa sua. Aveva la passione per il sesso omosessuale extra coniugale (si è sposato 4 volte).

Il loro successore, il mafioso Meyer Lansky si occupò radicare le posizioni acquisite per poi aprirsi a nuovi orizzonti. Riuscì così a fidelizzare la CIA, partendo direttamente dal direttore dell’epoca ed assumendone il vice presidente. Era un uomo dalle ambizioni illimitate così, successivamente, strinse legami con un’agenzia di intelligence straniera grazie ad un procacciatore di armi e funzionario del Mossad israeliano, Tibor Rosenbaum, la cui banca, l’International Credit Bank di Ginevra, riciclava il denaro sporco di Lansky in legittime imprese americane. Rabbino non praticante, Rosenbaum era molto vicino all’establishment israeliano, vicinanza che gli permise di trasformare la sua banca in un’istituzione. Ma chi troppo vuole nulla stringe così provocò un buco da circa 140 milioni di dollari, cifra stimata da una task force creata dal barone Edmond de  Rothschild, in qualità di presidente della Israel Corporation, una società da 100 milioni di dollari e pare che 9 dei milioni scomparsi per mano di Rosenbaum fossero di proprietà personale del barone, ma questa è un’altra storia…

Denaro sporco, ricatto e violenza: gli ingredienti per spianare la strada ad un “futuro Epstein” ci sono tutti.

Quindi, oltre a denaro, mafia e personaggi in posizioni rilevanti pare che serva anche il servizio del mondo bancario affinché gli affari procedano a gonfie vele, per Epstein non è diverso.

Nel novembre del 2021 l’amministratore delegato di Barclays, James E. Staley, ha dovuto dimettersi a causa dei suoi rapporti con Epstein messi sotto esame da un’indagine della FCA, l’autorità di regolamentazione britannica. Stanley è stato prima dirigente di JP Morgan (dal 2000) e aveva già Epstein nel suo portafoglio clienti, ha visitato la famigerata isola nel 2015 quando passò a Barclays. Ha sempre negato ma è proprio del 3 novembre 2023 la notizia di una nuova sentenza emessa dal giudice della Corte distrettuale degli Stati Uniti Jed S. Rakoff con la quale Jes Staley è accusato di aver abusato sessualmente di una donna proprio durante quella visita, con il permesso di Epstein. Il giudice affonda il colpo tenendo il caso aperto perché afferma che JPMorgan e Deutsche Bank sono responsabili per aver facilitato i crimini sessuali di Epstein e “hanno consapevolmente beneficiato dalla partecipazione ad un’impresa di traffico sessuale”.

Nel 2023 Barclays è stata citata in giudizio con una class action depositata presso il tribunale federale di Los Angeles dai suoi investitori perché ingannati e danneggiati a causa dei rapporti tra i due, infatti, persero parecchio denaro quando emerse la verità.

Anche JP Morgan e Deutsche Bank hanno accusato il colpo dopo l’arresto di Epstein.

La prima non smise, nonostante la dichiarazione di colpevolezza e la condanna del pedofilo nel 2008, di trattarlo come un cliente speciale ignorando la volontà di funzionari e investitori; continuò quindi ad eseguire ogni operazione senza alcun controllo, è stata accusata dalle vittime di Epstein di complicità e ha accettato di pagare 290 milioni di dollari per chiudere la causa.

Stessa cosa fece Deutsche Bank che è stata multata per 150 milioni di dollari per non aver attuato nella sua filiale statunitense, e nelle banche corrispondenti (Danske Bank Estonia e Fbme Bank) i dovuti accertamenti sulle transazioni del miliardario, nonostante si sapesse in cosa consistesse il suo business.

Entrambe ne hanno agevolato i traffici illeciti permettendone molti che si sarebbero potuti evitare con le dovute segnalazioni, entrambe mosse dallo stesso scopo: il profitto.

In sostanza gli eredi di Bronfman non hanno fatto altro che seguire le orme del padre realizzando quel per cui erano state gettate le basi e il rapporto dei figli con Leslie Wexner, principale finanziatore di Epstein, portò l’arte del ricatto e il traffico di esseri umani ad un livello successivo.

JP Morgan è oggi la banca privata più potente del mondo, nata dalla fusione di innumerevoli società bancarie americane come la Chase Manhattan Bank (presidente e amministratore per più di un decennio David Rockefeller che ne ha determinato l’evoluzione) e la JP Morgan & Co. (creata da John Pierpont Morgan e resa potente fin dall’inizio grazie al traffico di armi durante la guerra civile americana);

Deutschebank, quotata nella Borsa di New York e di Francoforte, NON sembra essere come si pensa l’istituto di credito tedesco perché pare che di tedesco non abbia praticamente nulla:

Uno dei principali azionisti è l’ex primo ministro del Qatar Sheikh Hamad bin Jassim al-Thani. Il Qatar, che ospita una delle più grandi basi militari statunitensi, è accusato di finanziare il potere di Hamas e i gruppi terroristici.

L’Istituto di credito è alle prese con perdite record per accantonamenti dovuti ad affari di dubbia natura come il riciclaggio di denaro (pare che nel 2015 eseguì operazioni di “pulizia” per clienti russi, probabilmente anche politici, per circa 7 milioni di dollari) per le quali dovrà rispondere.

Barclays, fondata nel 1690 si trasformò nella Barclays & Co. grazie alla fusione di 12 banche londinesi e crebbe in fretta grazie alla famiglia Rothshild.

Tra gli azionisti molti membri del World Financial Inspection Board, che ufficialmente è il consiglio di ispezione finanziaria mondiale, in realtà la testa del “Rothschildian London Square Mile”, che in poche parole non è altro che la reale sede della finanza globale.

La banca investe e partecipa in società che forniscono armi e tecnologia militare ad Israele (Raytheon e Caterpillar per esempio), ma i suoi tentacoli arrivano anche in Africa (Ghana) dove dal 2009 opera come banca offshore, quindi in assoluta libertà senza alcun controllo, alimentando i traffici illeciti.

Alla luce di quanto raccontato non è quindi azzardato ipotizzare che i traffici illeciti di Epstein fossero finanziati dalla criminalità organizzata e dalle parti coinvolte in giochi torbidi realizzati dal mondo della politica attraverso il sistema bancario internazionale toccando diversi mercati illegali, dalle armi alla mercificazione di minori, e gli attori sono sempre gli stessi, da sempre…

Fonti

5 risposte a “CHI ERA DAVVERO JEFFREY EPSTEIN – PARTE SECONDA”

  1. Buongiorno, riguardo alle reti pedocriminali globali (realtà documentatissima), mi permetta di portare alla sua attenzione una vicenda tutta italiana che pochi conoscono e che nonostante tutti gli sforzi di tenerla sotto il tappeto è riuscita, seppur in sordina, ad emergere.C’era un magistrato italiano della Procura di Roma che nel 2008 ha condotto delle indagini delicatissime presso il distretto militare della Cecchignola in Roma, in seguito ad attività sospette all’interno di una palazzina. Le indagini, effettuate dallo stesso magistrato tramite registrazioni audio ambientali, ha portato alla luce l’esistenza di una setta esoterica a carattere satanico composta da vertici dell’esercito e da altre figure professionali, dedita al controllo mentale di tipo Monarch e a pratiche pedofile. Ripeto, Progetto Monarch evoluzione dell’MK-ULTRA che a differenza di quest’ultimo di cui si hanno circa 16.000 documenti desegratati e che è dunque una realtà storica indiscutibile, non vi era traccia documentale. In altre parole, il magistrato in questione è stato il primo uomo al mondo a documentare sessioni di programmazione Monarch. L’indagine del secolo perché nessuno prima di lui ci era mai riuscito, ma al contrario si avevano a disposizione solo le testimonianze dei sopravissuti come Cathy O’Brien che in un tribunale, in mancanza di prove oggettive, vengono generalmente cassate.Questo magistrato di primissimo ordine si chiamava Paolo Ferraro ed è morto d’infarto presso la sua abitazione il 16 gennaio 2022. Una notizia dolorosa vista la sua statura professionale e morale, e visto che ho avuto l’onore, su suo invito, di far parte del suo gruppo privato su Facebook.Questo magistrato di primissimo ordine si chiamava Paolo Ferraro ed è morto d’infarto presso la sua abitazione il 16 gennaio 2022. Una notizia dolorosa vista la sua statura professionale e morale, e visto che ho avuto l’onore, su suo invito, di far parte del suo gruppo privato su Facebook.E’ inutile dire che fin dagli inizi della vicenda gli hanno fatto la guerra sia dentro che fuori dalla Procura, tentando già nel 2008 di metterlo in cattiva luce, senza successo, agli occhi del Consiglio superiore della magistratura, e riuscendoci, ahimè, intorno al 2011 quando lo fecero passare per mentalmente disturbato per mezzo di diagnosi psichiatriche mendaci che hanno portato al suo licenziamento.Ha subito anche 2 attentati, il primo di natura intimidatoria quando in sua assenza entrarono a casa sua incendiando lo sdraio sul balcone. Il secondo con lo scopo di ucciderlo, quando manomisero uno pneumatico del camper di modo che cedesse ad una determinata velocità. Per sua fortuna, il lavoro fu fatto male e la cosa non si verificò. A quel punto, il Dr. Ferraro passò al contrattacco inondando la Rete con terabyte di prove di ogni genere incluse le famigerate registrazioni e facendo nomi e cognomi. Questo suo modo di agire gli ha praticamente salvato la vita, perché in caso del suo omicidio, sarebbe bastato un singolo magistrato onesto che avrebbe avuto facile accesso a tutte le prove per incriminare i suoi potenziali assassini.Questa rete pedocriminale aveva agganci internazionali, quindi parliamo di una realtà interconnessa, e il Dr. Ferraro ha proseguito nelle indagini anche dopo essere stato dispensato dal servizio, scoperchiando altre spiacevoli vicende.Purtroppo, gran parte del materiale scottante da lui reso disponibile è stato censurato dopo la sua morte (ma è in buone mani, solo che nessuno vuole più avere a che fare con quella vicenda), opera di insabbiamento che in realtà iniziò immediatamente alla pubblicazione delle prove online.Le allego alcuni suoi video in modo che si possa fare un’idea preliminare, e spero che questo messaggio sia letto anche da Fox Allen:

    https://youtu.be/YIpuagECY60?si=IgHa8-Jy-9wBDD61

    https://youtu.be/LWBvWqiTUvE?si=txz5iLNfKtaWXxEV

    https://youtu.be/_nOiEIf7qi0?si=7oTflBitepaLeRMb

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    1. La ringrazio sinceramente per il suo contributo. Posso solo dirle che ne farò buon uso.
      Grazie infinite.
      Nina

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    2. Buongiorno Marco. Ci scusiamo per la risposta tardiva, ma è colpa mia (Fox Allen) che ho avuto problemi con le notifiche. Innanzitutto, ti ringraziamo di cuore per aver dedicato del tempo alla lettura dell’articolo, te ne siamo grati. In secondo luogo, ti ringraziamo per il bellissimo e importantissimo contributo che hai fornito e che prontamente faremo girare anche al di fuori del blog. Le persone devono sapere. Conosciamo il caso di Paolo Ferraro che, fra l’altro, è stato volutamente occultato, nel senso che a nostro giudizio, non ha avuto l’impatto mediatico che avrebbe meritato. Il suo lavoro e le evidenze portate alla luce sono inoppugnabili e di una gravità inaudita, ma sappiamo bene che quando si schiacciano certi calli…. è un fatto altrettanto inoppugnabile che il mondo della criminalità abbia interconnessioni che attraversano il mondo intero, esistono corpi privati che lavorano proprio in questo settore e sono molto ben protetti. Alexandre Lebreton ha scritto un libro di q

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    3. chiedo scusa ho schiacciato involontariamente “Invio”. Dicevo, che Lebreton ha scritto un libro di quasi 1000 pagine dove all’interno vi sono una miriade di testimonianze a tal proposito, anche italiane. Il testo si chiama “MK ULTRA – abuso rituale e controllo mentale” di cui suggeriamo la lettura. Personalmente, è forse il miglior saggio d’inchiesta mai scritto sull’argomento. Ti ringraziamo ancora per i video che hai allegato, i quali verranno diffusi anche al di fuori. Ti auguriamo una buona giornata! A presto!

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