PREMESSA

Di questi tempi non si fa altro che parlare di guerra, armi, industria bellica e via discorrendo. Chi scrive non è convinto della possibilità di una guerra globale combattuta con armi nucleari, semplicemente perché uno scenario del genere devasterebbe il pianeta e su di esso, purtroppo, ci devono vivere anche i lorsignori banchieri internazionali, i potenti del mondo. Ovviamente, la mia è solo un’idea personale che potrebbe essere sbagliata. Sicuramente, non è da escludersi l’esplosione di conflitti a bassa e media intensità utili al profitto, alla distrazione, e anche all’avanzamento dei piani dell’Agenda.

Diciamo pure False Flag. Questo non significa che non ci siano morti, anzi, tutt’altro, ma significa che questi conflitti sono funzionali a ragioni molto più prosaiche di quanto non si voglia lasciar intendere. Certo è che qualunque sia lo scenario, non va dimenticato che questo è voluto, pianificato e orchestrato dai vertici del potere mondiale. In ultima analisi e non credo sia un’ipotesi poi così fantasiosa, supponiamo che si creino i deterrenti per un conflitto globale e che questo possa effettivamente deflagrare. Cos’è che potrebbe mettere tutti d’accordo? Forse un pacificatore? Qualcuno che possa fungere da ponte per tutte le parti in causa, qualcuno il cui operato potrebbe concretizzarsi in un alleggerimento delle “politiche” estere varando così l’apertura verso paesi, non so, come la Russia, la Cina ecc. Del resto, chi meglio di un pacificatore o di una figura che venga sponsorizzata come eletta può mettere tutti d’accordo e iniziare a piantare le basi del Nuovo Ordine Mondiale fatto e finito ingannando il mondo intero, dietro il paravento della pace universale? Chi meglio di un salvatore (magari eletto alla Casa Bianca) potrebbe arrivare a tutto ciò?

BANKSTERS

Fatta questa premessa, torniamo all’attualità. Si prenda ad esempio la False Flag Ucraina. Un conflitto che ha portato al depauperamento del patrimonio pubblico dello stato da un lato, e alla realizzazione della Nuova Israele. Fino a prova contraria, ad oggi è l’Ucraina il luogo dove sorgerà il Terzo Tempio (si capisce l’utilità della cosiddetta Operazione Militare Speciale russa, radere al suolo l’Ucraina per poi ricostruirla…), e a tal proposito vorrei allegare il link all’ambasciata israeliana di Londra che riporta gli accordi firmati da Zelens’kyj nel 2019 con lo stato d’Israele:

https://embassies.gov.il/london/NewsAndEvents/Pages/PM-Netanyahu-and-Ukraine-President-Zelensky-attend-signing-ceremony-for-bilateral-agreements.aspx

Oltre al fatto che credo sia abbastanza facile evincere da questi accordi cosa stia diventando realmente l’Ucraina e di come la false flag russa sia funzionale in tale contesto, vorrei allegare un altro link che rimanda ad un edizione del Jerusalem Post del 3 aprile 2022, in cui Mraweh Nassar, Segretario generale del Comitato di Gerusalemme dell’Unione Internazionale degli Studiosi Musulmani, spiega chi c’è dietro la guerra russo-ucraina e di come, nel caso in cui non fosse possibile arrivare all’obiettivo prefissato in Ucraina, questo sarà comunque perseguito altrove, in un modo o nell’altro. Qui il link:

https://www.jpost.com/international/article-703061

Perché tutto ciò? Per il semplice motivo che, chiunque abbia studiato a fondo la questione ucraina, sa perfettamente che oltre al profitto dato dalla guerra, c’è una ragione molto più malevola e profonda dietro questa storia, interconnessa con quanto sta accadendo in Israele.

Tuttavia, questo articolo non vuole essere un’analisi delle verità dietro a quello che sta succedendo in Israele e in Ucraina (di cui si parlerà in altri articoli dedicati), ma un’approfondimento accurato per dimostrare chi sono coloro che realmente dominano l’industria bellica e che armano i paesi per fare in modo che si uccidano tra di loro. E non è possibile capire tutto questo senza parlare dell’attore principale di tutto questo schifo: le banche.

«Se vuoi che un re paghi, devi avere l’esercito che, in caso di insolvenza, dichiari guerra al re.»

Mayer Amschel Bauer. O meglio, Mayer Amschel Rothschild.

Queste parole sono emblematiche perché dicono tutto. Lo schema è sempre lo stesso: fomentare le divisioni, promuovere un buono e un cattivo, finanziare tutte le parti in causa e uscirne sempre vincitore.

Sappiamo che esistono delle aziende che fabbricano e vendono armi, ma quello che non sappiamo, o perlomeno che in pochi sanno, è che queste dovrebbero verificare se il paese che vuole acquistarle sia coinvolto in gravi violazioni dei diritti umani o in conflitti armati già posti in essere. Tuttavia, tra il 2016 e il 2020, 15 dei maggiori produttori di armi al mondo hanno fornito equipaggiamento bellico a Stati coinvolti in conflitti armati e/o violazioni dei diritti umani. Queste 15 sono le seguenti società:

Aerobus;

General Electric;

Northrop Grumman;

AVIC;

Honeywell Raytheon;

Sistemi BAE;

L3Harris;

Rolls-Royce;

Boeing;

Leonardo;

Thales;

Dinamica generale;

Lockheed Martin;

Safran.

Sono andato ad analizzare gli azionariati di ogni singola compagnia, e il risultato è che ognuna di queste corporations ha più o meno gli stessi azionisti. Interessante notare che questi azionisti, sono gli stessi che abbiamo visto ad esempio, nelle più grandi corporations russe e cinesi che producono petrolio, farmaci e altri prodotti, li potete visionare sia nell’articolo dedicato ai BRICS che in quello dedicato a Putin e alla Russia. Ora qui, vengono mostrati gli azionariati (a campione) di 3 compagnie di quelle appena elencate: General Electric, Leonardo e la BAE System plc.

Gli azionisti di queste compagnie sono sempre gli stessi (ovviamente non solo, ci sono anche altri gruppi che però sono comunque sempre loro), ovunque noi guardiamo. Ora, non è inusuale (e qualcuno ora si domanderà che cosa c’entra?) che queste società siano tra l’altro gli azionisti della Walt Disney?

Questo è solo un esempio di milioni che si potrebbero fare, ma l’ho voluto evidenziare per rimarcare che chi finanzia l’industria bellica, chi commercializza le armi sono gli stessi che creano i cartoni animati per i nostri figli (e poi ci si domanda ancora perchè nei cartoni infilano porno, satanismo e chi più ne ha più ne metta), cioè coloro che hanno monopolizzato il comparto agroalimentare mondiale e via via tutto il resto. Si potrebbero postare gli azionariati di migliaia di società dei settori più disparati e dei paesi più diversi che la storia rimane sempre la stessa.

Vorrei segnalare che gli azionariati sono reperibili sia sui documenti finanziari delle società, e come ho detto altre volte, per una ricerca veloce, sul più grande portale di trading & financial, ovvero MarketScreener. Vi allego qui i rispettivi Link dove troverete non solo gli azionariati, ma tutti i dati societari.

Dunque, tornando a noi, la maggior parte di queste aziende, ha consegnato armi all’Arabia Saudita o agli Emirati Arabi Uniti. In particolare, Airbus, BAE Systems e Leonardo hanno consegnato il maggior numero di aerei e missili all’Arabia Saudita, mentre AVIC ha fornito droni armati Wing Loong. Le società statunitensi Boeing, Lockheed Martin e Raytheon hanno trasferito migliaia di bombe e missili sia in Arabia Saudita che negli Emirati Arabi Uniti. Questo continuo rifornimento di armi ha permesso all’Arabia Saudita e agli Emirati di continuare a compiere attacchi contro lo Yemen, i quali hanno comportato chiare violazioni del diritto internazionale umanitario.

Però assistiamo all’incredibile entusiasmo di chi festeggia per la presunta opposizione dei sauditi al potere occidentale, quando, oltre a questa schifezza, la maggioranza del loro petrolio è in mano ai soliti noti (vedi articolo sui BRICS). Le società qui elencate hanno anche consegnato armi ad altri paesi a rischio, tuttavia, se ci atteniamo agli standard internazionali sulle esportazioni di armi, le aziende che producono materiale bellico non dovrebbero esportare in tali paesi. Ma nonostante queste norme, le corporations della morte continuano imperterriti a dare armi da tutte le parti.

Mentre la maggioranza delle persone si perde nel tifo da stadio per questa o quella parte, la gente muore. Ai signori del denaro non importa nulla perchè mentre noi ci scanniamo in difesa degli uni o degli altri, loro le finanziano entrambe! Lo hanno sempre fatto.

Suona piuttosto grottesco il fatto che ci siano degli standard da seguire in seno alla vendita di armi. Ci si dovrebbe chiedere per quale motivo non eliminare direttamente le armi ed estirpare il male alla radice. Che mondo sarebbe senza armi? Un mondo dove un bambino eviterebbe di morire trafitto da una raffica di mitra piuttosto che a causa di una mina antiuomo. Un mondo dove invece di insegnare a sparare e a uccidere si insegnerebbe ad amare e rispettare, no?

Bene, le armi vendute agli Stati a rischio vengono utilizzate in azioni militari come appunto nello Yemen e in altre parti del mondo e solo per questo motivo, le banche non dovrebbero mantenere relazioni finanziarie con queste società, a meno che non riescano a convincere le compagnie di armi a fermare la vendita a paesi in cui esiste il rischio che possano essere impiegate in violazioni dei diritti umani o del diritto internazionale umanitario.  Tutte le quindici maggiori banche in Europa continuano a fornire servizi finanziari a queste aziende di morte. A tal proposito, vorrei esporre un elenco di queste banche e l’importo del finanziamento che hanno fornito a queste società mediante credito aziendale e / o sottoscrizioni.

Prima di continuare, vi segnalo un link ad un PDF che mi è stato segnalato da una persona che in passato ha lavorato dentro il sistema bancario e che trovate a questo indirizzo:

Le banche e i relativi importi (milioni di euro) sono:

  • Barclays 4,679
  • BNP Paribas 16,009
  • Crédit Agricole     9,182
  • Gruppo Crédit Mutuel CIC 2,503
  • Deutsche Bank 14,892
  • Gruppo BPC 3,620
  • HSBC 6,249
  • Gruppo ING 1,237
  • Intesa Sanpaolo 1,283
  • Gruppo bancario Lloyds 4,496
  • NatWest 3,085
  • Santander 7,673
  • Société Générale 6,999
  • UBS 79
  • UniCredit 5,736

Totale: 166.634.000 milioni di euro.

Attenzione, perché qui non abbiamo solamente banche europee, bensì anche d’oltre oceano e fondi di investimento che sono le punte di lancia delle banche stesse. Questi i valori espressi in milioni di dollari:

  • Vanguard 68.179
  • Blackrock 47.044
  • JP Morgan insegue 29.428
  • Lloyds Bank 2.276
  • Janus Henderson 2.158
  • NatWest 2.03 milioni
  • Gestione del fondo Jupiter 357
  • Allianz 221
  • Londra reale 99
  • Aviva 77
  • M&G (Prudential) 13

Totale: 916.085.002,003milioni di dollari.

Se sommiamo le due cifre, diventano 1.082.729.002,00.

Degno di nota è il fatto che all’interno delle banche europee troviamo spesso e volentieri in loro compartecipazione le seconde che ho menzionato. I proprietari di tutte queste banche sono gli stessi che rappresentano la proprietà privata delle banche centrali come la FED, la BCE, la Central Bank of Russia e via discorrendo. Naturalmente non si può dire, e non sarà di certo Wikipedia a dirvelo, ma provate a documentarvi da Eustace Mullins, ad esempio, oppure da altri che ho menzionato nelle bibliografie.

Ma non è finita qui. BlackRock possiede il 10% dei fondi di investimento Janus Henderson con un valore pari a 32.600 milioni di euro; Deutsche Bank possiede il 19% di ICICI Bank con un valore di 2.615 milioni di euro; Barclays: 1.635 milioni di euro; BNP Paribas possiede il 25% del fondo di investimento etico Impax con un valore di 1.080 milioni di euro; Banco Santander:100 milioni di euro; Lloyds Bank: 5 milioni.

Attenzione, non abbiamo solo banche europee o d’oltre atlantico che da sempre governano l’industria delle armi, ma anche russe e cinesi, i cui azionariati sono sempre costituiti dagli stessi gruppi che sono in Europa e oltre l’Atlantico. La banca russa per lo sviluppo Vnesheconombank possiede una partecipazione di 1,27 miliardi di dollari nella società olandese EADS (Airbus SE), che produce e mantiene missili nucleari lanciati da sottomarini per la marina francese, e fa parte di una joint venture che sta costruendo missili nucleari per la marina e l’aeronautica francese.

Gli azionisti di EADS sono gli stessi che abbiamo visto (e altri come potete vedere da voi) fino adesso, gli stessi anche dentro la Gazprom, Lukoil, Leonardo, Walt Disney, PetroChina e chi più ne ha più ne metta, sempre gli stessi, ovunque guardiamo.

Di seguito l’azionariato della EADS, l’ho inserito a fianco a quello della Walt Disney, a quello della Gazprom e a quello della PetroChina. Sono sempre loro: gli usurai.

In tutto questo, ovviamente, mancano quelle che alcuni chiamano “Operazioni finanziarie collaterali”. Si tratta di investimenti che avvengono in maniera occulta, se così vogliamo definirla. Lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), ha dichiarato che: “Nel 2021 la spesa militare mondiale ha superato per la prima volta i duemila miliardi di dollari, raggiungendo i 2113 miliardi. La spesa globale nel 2021 è stata superiore dello 0,7% rispetto al 2020”.

Per visionare da voi i dati di questi ultimi quattro anni potete collegarvi al portale dell’organizzazione da qui:

  • 2020:

https://www.sipri.org/media/press-release/2021/world-military-spending-rises-almost-2-trillion-2020#:~:text=(Stockholm%2C%2026%20April%202021),

  • 2021:

https://www.sipri.org/publications/2022/sipri-fact-sheets/trends-world-military-expenditure-2021

  • 2022:

https://www.sipri.org/publications/2023/sipri-fact-sheets/trends-world-military-expenditure-2022

Le vendite combinate di armi delle più grandi società produttrici e di servizio militare del mondo, ad esempio, hanno totalizzato 531 miliardi di dollari solo che nel 2020, con un aumento dell’1,3% rispetto alle loro vendite di armi nel 2019. Questo è molto più del prodotto interno lordo del Belgio o della Nigeria, tanto per dire. Ora non vi sembra strano che proprio in questo arco di tempo, cioè 2019 – 2022, vi sia stato un incremento così pazzesco di finanziamenti per la produzione e vendita di armi? Per me no, tutto ciò non è una sorpresa, ma per chi invece crede ancora alle casualità consiglio di chiedersi se tutto ciò che stiamo vivendo oggi non sia davvero il frutto di un piano preventivato.

Prima di proseguire, occorre dare uno sguardo, se non altro a titolo informativo, al Trattato sul commercio delle armi (ATT). Questo è un trattato multilaterale che regolamenta il commercio internazionale di armi. Il 2 aprile del 2013, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato l’ATT.

Successivamente alla sua ratificazione, esso è entrato in vigore il 24 dicembre 2014. In cosa consiste questo trattato? L’ATT impone agli Stati contraenti di stabilire norme internazionali comuni che devono essere rispettate prima dell’autorizzazione delle esportazioni di armi e richiede la rendicontazione annuale delle importazioni e delle esportazioni. In particolare, il trattato richiede che:

  • “Gli Stati istituiscano e mantengano un sistema di controllo nazionale, compresa una lista di controllo nazionale” e “designino le autorità nazionali competenti al fine di disporre di un sistema di controllo nazionale efficace e trasparente che disciplini il trasferimento di armi convenzionali;
  • Proibisce le autorizzazioni di trasferimento di armi agli Stati se il trasferimento violerebbe gli obblighi derivanti dalle misure adottate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ai sensi del capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite, in particolare l’embargo sulle armi” o in base ad altri “obblighi internazionali pertinenti o se lo Stato è a conoscenza al momento dell’autorizzazione che le armi o gli oggetti sarebbero stati utilizzati nella commissione di genocidio,  crimini contro l’umanità, gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra del 1949, attacchi diretti contro obiettivi civili o civili protetti come tali, o altri crimini di guerra;
  • Richiede agli Stati di valutare il potenziale che le armi esportate contribuiscano o minino la pace e la sicurezza o possano essere utilizzate per commettere o facilitare gravi violazioni del diritto internazionale umanitario o dei diritti umani, atti di terrorismo o criminalità organizzata transnazionale; prendere in considerazione misure per mitigare il rischio di tali violazioni; e, se rimane ancora un “rischio prioritario” di “conseguenze negative” per “non autorizzare l’esportazione.

Quando scrivono in questo modo potrebbe sembrare di essere stati catapultati in un mondo “giusto”. Bene, cancelliamo pure l’immagine, l’ATT può essere modificato in qualsiasi momento per includere qualsiasi tipo di tecnologie militari. Al momento, 111 Stati fanno parte dell’ATT, compresi tutti gli Stati membri dell’UE. Tuttavia, i principali stati esportatori e importatori sono: Stati Uniti, Russia, l’India e Pakistan. La Cina ha aderito nel 2020.

Ora, sapere che, al di fuori dell’Europa, i principali fornitori di armi al mondo siano tre dei paesi BRICS dovrebbe far riflettere. Naturalmente come abbiamo visto negli altri articoli, non è il paese in sé (anche) ma chi lo governa, e chi governa i paesi di tutto il mondo sono le banche centrali.

E se vi dicessi che le corporations russe, cinesi e indiane, producono armi con materiali occidentali? Qualcuno sicuramente lo saprà, ma i più tanti non ne sono a conoscenza. Tuttavia è sempre stato così. Prima di proseguire è utile segnalare ancora una volta che non è possibile capire il presente se non si conosce il passato. E del passato, quello vero e non occultato, non si conosce nulla. Abbiamo visto più volte di come la Russia e le Cina, ad esempio, sono creature satelliti (per non dire gemelle) degli Stati Uniti, giusto? Abbiamo visto che oggi questa realtà è più viva di ieri, no?

A questo punto, occorre fare un esempio. Avete mai sentito parlare dei droni Shahed?

Si tratta di “una munizione circuitante (un tipo di arma noto anche come “drone suicida”) progettata dall’azienda aeronautica iraniana Shahed e costruita dalla Iran Aircraft Manufacturing Industries Corporation (HESA). In servizio dal 2021, quest’arma, nota anche con il nome russo Geran-2 (in russo Герань-2?, cioè “Geranio-2”), è stata progettata per colpire bersagli a terra, eludendo le difese aeree, in un raggio di circa 2500 km dal sito di lancio.”

Dunque, questo dispositivo viene prodotto in Iran, ma la componentistica con la quale è costruito è giapponese. È un fatto assai noto che, le industrie belliche presenti in Giappone sono in maggioranza americane, ne parlava lo stesso Antony Cyril Sutton ai suoi tempi. Bene, tanto per non dilungarci troppo, la Russia ha missili da crociera, missili ipersonici, droni, lanciatori, carri armati, elicotteri che hanno componenti fabbricati nei paesi occidentali. Non sono io a confermare tutto questo, bensì lo potete verificare da voi facendo delle ricerche, io vi segnalo un articolo molto approfondito al riguardo a questo indirizzo:

https://english.elpais.com/international/2023-08-13/the-missiles-russia-deploys-against-ukraine-have-western-parts.html

Vi allego un passaggio significativo dell’articolo che così recita: “Il Giappone è un esempio, anche se notevole, perché Mosca ha lanciato circa 2.000 droni Shahed sul il territorio ucraino dall’inizio dell’invasione. Un recente rapporto preparato dal centro di analisi della Kyiv School of Economics (KSE), in collaborazione con il gruppo Yermak-McFaul – Russia’s Military Capacity and the Role of Imported Components – afferma che su un campione di 58 armi, hanno scoperto che il 67% dei componenti esteri sono stati prodotti da aziende americane, il 7% da aziende giapponesi e il 7% da aziende tedesche. Come sostiene la KSE, ciò non significa necessariamente che il produttore dei pezzi sappia come verrà utilizzato in definitiva il materiale. Dall’origine all’assemblaggio in Russia, potrebbero essere stati coinvolti dozzine di intermediari.”

Ma io non sono d’accordo con questa mancanza di consapevolezza da parte degli attori coinvolti. Perché? Perché lo dimostra la storia che queste cose accadono intenzionalmente! Prima ho fatto menzione ad Antony Cyril Sutton, un gigante del secolo scorso, il quale, nella sua enciclopedia divisa in tre volumi intitolata “Western Technology and Soviet Economic Development” attraversa oltre cinquant’anni di storia dove comprova il fatto che l’Occidente, in particolare gli Stati Uniti, hanno finanziato, sostenuto la Russia, la Cina ed altri paesi ancora, ai quali è stata trasferita tutta la tecnologia possibile. Ho tradotto diverse parti di questa enciclopedia, la inserirò nel blog a breve.

Tornando a noi, vi suggerisco di visionare anche il “Il rapporto RUSI, Silicon Lifeline: Western Electronics as the Heart of Russia’s War Machine”, il quale afferma che “più di 450 componenti di fabbricazione occidentale sono stati trovati nelle armi russe recuperate in Ucraina. Gli autori del rapporto affermano che Mosca ha acquisito tecnologie da aziende negli Stati Uniti, in Europa e in Asia negli anni precedenti l’invasione.”

In ultima istanza, recentemente, la Russia ha sdoganato (si sapeva dal 2023) il primo drone terrestre al mondo. Bene, anche in questo caso, siamo sicuri sia russo? Perché i fatti dicono molto altro. Come sempre, troviamo parti e tecnologie completamente occidentali. Il portale Renovatio21 ne ha dato notizia di recente. A questo indirizzo:

https://www.renovatio21.com/la-russia-crea-il-primo-drone-kamikaze-fpv-terrestre-al-mondo/?amp=1

Il portale ufficiale dell’Istituto per la Scienza e la Sicurezza Internazionale a questi indirizzi:

ci informava già nel 2023 di cosa fosse questo drone. Di seguito potete leggere il rapporto ufficiale in lingua italiana. Dunque, ci viene spiegato di cosa si tratta, come funziona questo drone e quali aziende occidentali sono state protagoniste della creazione, nonché una descrizione dettagliata dei componenti.

Dunque, fra i punti salienti, il portale ci informa che:

• L’Istituto per la scienza e la sicurezza internazionale ha esaminato immagini e informazioni open source trovate su Internet, identificando diverse parti chiave occidentali, comunemente disponibili sul mercato commerciale, utilizzate nel drone kamikaze russo Lancet-3;

• Il Lancet-3 è un efficace drone da combattimento che ha avuto successo nelle operazioni di combattimento contro i sistemi ucraini, compresi i mezzi corazzati e l’artiglieria forniti dall’Occidente; (Quindi coloro che forniscono armi all’Ucraina sono gli stessi che le forniscono alla Russia, solo che a seconda di come deve andare la guerra decidono a chi consegnare l’equipaggiamento migliore. Non è un film già visto?)Questo documento segue una serie di rapporti pubblicati l’anno scorso dall’Istituto sui sistemi droni russi e sull’acquisizione di tecnologia straniera (Trovate tutto sul portale all’indirizzo indicato sopra); La Russia fa sempre più affidamento su grandi quantità di veicoli aerei senza pilota (UAV) per identificare, prendere di mira e attaccare posizioni, veicoli e strutture ucraine;

• La Russia ha una capacità limitata di progettare e produrre beni strategici avanzati. Per costruire questi UAV, la Russia dipende da estese reti di approvvigionamento per acquisire beni strategici prodotti da paesi stranieri, in particolare dagli Stati Uniti;

• A causa dell’uso di componenti occidentali nei sistemi militari russi, gli Stati Uniti e i loro partner stanno intensificando i controlli sugli elementi critici utilizzati nei droni russi, ma occorre fare di più;

Bene queste sono alcune delle parti salienti. Si allegano, inoltre, degli estratti da filmati in cui si spiega nel dettaglio il funzionamento di questi droni, nonché un video in cui viene spiegato il coinvolgimento degli Stati Uniti nel sostenere la Russia in tale contesto e l’importanza che ha la famosa corporation tecnologica statunitense Nvidia. Trovate i link ai filmati integrali nelle didascalie.

https://www.youtube.com/watch?si=JFFitAuFk8Y0_FDS&v=LORMsXpOs8U&feature=youtu.be
https://www.youtube.com/watch?v=3-R8bSnuVJU&ab_channel=CRUX

La Cina e le armi

Ho analizzato a campione due delle più grosse aziende cinesi che producono armi e ne ho verificato i relativi azionariati.

Anche qui troviamo i soliti noti. Ora qualcuno penserà che ci sono anche le loro società perchè hanno la bandiera cinese a fianco. No, questo non significa nulla, perché se aprite ognuna di queste società, troverete nei diversi azionariati ancora i soliti noti. Se aprite quelli che trovate dentro, scoprirete collegamenti ad altre società ancora. Così funziona la finanza, sono scatole, dentro altre scatole dentro altre scatole. Sono sempre loro e sono dappertutto.

Non voglio tediarvi più del dovuto, perché gli esempi si sprecano, però credo che tutto questo sia utile al fine di ricostruire un puzzle che nonostante la sua grandezza e complessità, finisce sempre nello stesso punto. Si sottolinea che gli investitori e i finanziatori delle società di armi hanno anche la responsabilità, in base agli stessi standard internazionali di cui si parlava prima, di agire se un produttore di armi in cui investono o finanziano non rispetta tali standard. Ma non si muovono mai in questo senso perchè non gli conviene.

Le banche possono investire in un produttore di armi in tre modi:

  • Prestiti alle imprese: questi possono essere per uno scopo generale o per uno scopo specifico. Quest’ultimo riguarda il caso in cui una banca fornisce i cosiddetti “finanziamenti di progetto”. Il prestito viene quindi fornito per un progetto specifico che l’azienda intende intraprendere;
  •  Obbligazioni societarie o azioni di una società: Spesso lo fanno nel loro ruolo di investitori, in molti casi per conto dei loro clienti;
  • Servizi di sottoscrizione alle imprese. Questo comporta la fornitura di un prestito a una società che viene divisa in piccoli segmenti, che vengono poi venduti come obbligazioni societarie. Dato il loro ruolo, le banche sono direttamente responsabili delle violazioni dei diritti umani riguardanti l’uso delle armi da parte di società ecc a cui forniscono finanziamenti. Tale legame è causato da ciò che le norme internazionali definiscono come “Relazione commerciale” che esiste a causa dell’investimento o del rapporto di finanziamento con il produttore di armi. Ovviamente, subito dopo le banche, la responsabilità è dello Stato, coinvolto nelle violazioni poiché acquista armi e le ha utilizza in modi che violano i diritti umani e il diritto internazionale umanitario (DIU). È tuttavia necessario evidenziare che lo Stato non può opporsi a tale volere, sappiamo che gli Stati hanno il debito da pagare verso i banchieri centrali, che sono gli stessi dietro tutta questa schifezza. Se è vero come è vero che è il potere economico che sottomette quello politico, si fa presto a capire la ragione per la quale, nessuno stato, alla fine si oppone.  

Prima ho menzionato la società Leonardo, quindi ci tengo a far sapere ai lettori l’entità della vendita di materiale bellico della società nostrana a Stati a rischio nel quadriennio 2016-2020.

DESTINATARIONO. ORDINATODESIGNAZIONE DESCRIZIONE: _____
Bahrein6Orion RTN-25X Radar di controllo del fuoco
Burkina Faso1AW139Elicottero
Camerun4A-109K Elicottero leggero
Colombia1Compatto 76mm Cannone navale
Egitto± 50MM-40-3 Exocet Missile antinave
Egitto± 100MICA BVRAAM
Egitto± 150MICA BVRAAM
Egitto4Super Rapid 76mm Cannone navale
     
Egitto32AW149 Elicottero
Egitto± 50ASTER-15 SAAM SAM
India± 22.250MILANO Missile anticarro
India36SM-39 Exocet Missile antinave
India493MICA BVRAAM
India± 350MICA BVRAAM
India± 200Meteora BVRAAM
India± 200Storm Shadow/Cuoio capelluto ASM
India12 + ± 4Super Rapid 76mm Cannone navale
India13127/64LW Cannone navale
India± 384ASRAAM BVRAAM/SRAAM
Iraq± 1200MILANO Missile anticarro
Israele30M-346 Maestro Allenatore/combattimento
Israele12AW119 Koala Elicottero leggero
Nigeria6A-109K Elicottero leggero
Pakistan± 5+5+15AW139 Elicottero
Pakistan4Super Rapid 76mm Cannone navale
Pakistan30A-129C Mangusta Elicottero da combattimento

Vi suggerisco, poi, di aprire questa pagina:

In allegato a questi, vi segnalo la presenza di un documento in lingua inglese, intitolato “High Risk Arms Trade and The financial Sector”, un rapporto dettagliato dal quale ho estrapolato molti dei dati proposti, stilato da Frank Slijper e Michel Uiterwaal, del gruppo PAX che lavora sul disarmo umanitario, sui conflitti e sui diritti umani. La ricerca finanziaria è stata condotta da Profundo. Il rapporto è stato curato da Clare Wilkinson. Lo trovate qui:

In tutto ciò, occorre sottolineare che la partecipazione azionaria è una forma di proprietà diretta in una società, che dà diritto all’azionista a una parte dei guadagni e delle attività dell’impresa. Ad esempio, se possiedi il 5% delle azioni totali di una società, hai diritto al 5% delle sue attività. Gli azionisti traggono profitto dal pagamento dei dividendi o vendendo le loro azioni a un prezzo superiore a quello a cui le hanno acquistate. Per questo non è necessario possedere il 30/40/50% o la maggioranza dell’azionariato di una società per avere voce in capitolo (metaforicamente parlando) ma basta anche solo che un 5/10% e il gioco è fatto. Le banche che detengono azioni di società di armi non solo beneficiano del commercio bellico, ma ne sostengono esplicitamente l’industria e sono quindi complici delle azioni di tali società. Le banche possono utilizzare i propri soldi per acquistare azioni o possono investire i soldi di altre persone attraverso fondi che possiedono e gestiscono, come appunto BlackRock, Vanguard ecc).

Capite perchè questo potere è apolide? Perché non ha limiti di profitto, né di perdita, si allarga a macchia d’olio e si infiltra ovunque. Questo è il potere dei soldi, cioè di chi emette moneta, chi manipola il denaro. Questo potere non ha colore, bandiera o fazione. Nessuno si oppone ad esso, anzi tutto il contrario. In tutto ciò mi viene da sorridere, perché ogni tanto sento dire cose come “Ah ma l’Inghilterra ormai militarmente è inesistente!”

Non sono gli eserciti a fare la differenza, ma le banche. Queste determinano le sorti delle guerre, perché sono sempre loro che le fomentano, le finanziano e le finiscono. Sono sempre loro che vincono. Lo abbiamo visto più volte, ma occorre ribadirlo.

E considerando che Londra è il cuore della finanza mondiale, solo per fare un esempio, vorrei sottolineare che nel Regno Unito, le società sono tenute per legge a segnalare tutti gli azionisti con partecipazioni superiori al 3%. Barclays e Lloyds TSB sono le uniche banche high street con partecipazioni in società di armi britanniche che superano la soglia di segnalazione. Quattro delle cinque principali banche del Regno Unito detengono azioni in ognuna delle principali società del paese. Royal Bank of Scotland è l’eccezione; Investe direttamente in sei dei dieci. La società madre di Abbey, Santander, detiene azioni in tre società di armi del Regno Unito. Royal Bank of Scotland, che possiede partecipazioni pari all’1% in sole sei società, ha la più piccola partecipazione combinata, del valore di 36,4 milioni di sterline.36 La HSBC e la Halifax Bank of Scotland, le altre due banche prive di partecipazioni al di sopra della soglia di segnalazione, detengono tuttavia partecipazioni per un valore significativo, rispettivamente di £ 409,5 milioni e £ 483,4 milioni. Con 717,5 milioni di sterline in azioni, Lloyds TSB si classifica come il secondo maggiore azionista del settore bancario britannico. Gli investimenti di Barclays nel settore delle armi del Regno Unito ammontano a 1,39 miliardi di sterline, il totale più alto tra le banche britanniche.

Chi c’è in cima a questa piramide?

«Se vuoi che un re paghi, devi avere l’esercito che, in caso di insolvenza, dichiari guerra al re.»

Non credo ci sia bisogno di sottolineare il nome del signore che ha utilizzato queste parole; l’ho detto prima, allegando tanto di foto.

Ancora due passaggi prima di concludere.  Sia Barclays che HSBC investono in società che producono munizioni a grappolo e uranio impoverito. Barclays ha investimenti in cinque produttori di munizioni a grappolo: GenCorp, Lockheed Martin, Textron, Raytheon e Thales. HSBC detiene azioni in tre di queste società. Con l’eccezione della Halifax Bank of Scotland, tutte le banche del Regno Unito hanno concesso prestiti ad almeno un produttore di munizioni a grappolo nell’ultimo decennio. La General Dynamics, la GenCorp e la Alliant Techsystems producono tutte munizioni all’uranio impoverito, e così faceva la BAE prima del 2003. Le banche che investono o concedono prestiti a una di queste società sono quindi complici dei gravi problemi sanitari a lungo termine associati all’uranio impoverito. Barclays detiene azioni in tutte queste società; HSBC ha investimenti in due; e, ad eccezione della Halifax Bank of Scotland, tutte le banche britanniche hanno concesso loro prestiti. Non solo, ma anche compagnie come British Airways, BT e National Grid hanno investimenti in armi. Vi segnaliamo un altro documento interessante sull’argomento a questo indirizzo:

Fai clic per accedere a Barclays-Arming-Apartheid-FINAL-1.pdf

Si intitola “Barclays Bank: Arming Apartheid” è del luglio 2022. Per chi non lo sapesse i PDF in lingua inglese si possono convertire in formato word e possono essere tradotti in italiano. Vi basta scaricare il PDF, aprirlo in word, salvarlo come documento word, andare su Revisione, cliccare su traduci e il gioco è fatto. Non lo dico perché penso che siate stupidi, ma perché ho notato che molte persone non lo sanno, pertanto mi sembrava utile segnalarlo.

E per concludere, non poteva mancare una delle questioni più calde: chi arma Israele? Sappiamo che una delle principali aziende produttrici di armi israeliana è la Elbit Systems Ltd. Chi c’è dentro? Osserviamo:

Bene, vediamo anche qui Vanguard, Geode ecc, i soliti noti, ma c’è di più. Gli Stati Uniti sono il maggior esportatore di armi verso Israele. In base ai dati sui trasferimenti di armi dell’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma (SIPRI, che ho menzionato prima), il quale contabilizza soltanto le principali armi convenzionali, tra il 2009 e il 2020 più del 70% delle armi acquistate da Israele proveniva dagli Stati Uniti. Tuttavia, come abbiamo visto, tali aziende non sono, diciamo, americane… ma sono sempre di quel potentato usuraio ai vertici del sistema bancario e finanziario mondiale.

Secondo i dati dello SIPRI, gli Stati Uniti hanno esportato armi verso Israele ogni anno a partire dal 1961. Benché sia più difficile seguire le effettive spedizioni di armi, l’organizzazione britannica denominata “Campagna Contro il Commercio di Armi” (CAAT) segnala che tra il 2013 e il 2017 gli Stati Uniti hanno spedito 4,9 miliardi di dollari di armi a Israele. Queste esportazioni sono vertiginosamente aumentate nonostante le diverse accuse di crimini di guerra a danno dei palestinesi rivolte alle forze israeliane. Gli “Stati Uniti”, come se niente fosse, hanno continuato ad esportare armi in Israele anche quando nel 2009 si è saputo che le forze israeliane avevano utilizzato bombe al fosforo bianco contro la popolazione palestinese, pratica definita crimine di guerra dallo Human Rights Watch. Ma non è tutto, perché nel quadro di un accordo di assistenza per la sicurezza riferito al periodo 2019-2028, gli “Stati Uniti” hanno accettato, con riserva dell’approvazione del Congresso, di versare ad Israele 3,8 miliardi di dollari all’anno come finanziamento militare estero, di cui la maggior parte deve essere spesa in armi di fabbricazione “americana”.

Stando alla NBC (National Broadcasting Company, azienda radiotelevisiva statunitense), questo rappresenta circa il 20% del budget israeliano destinato alla difesa e quasi i tre quinti del finanziamento militare estero degli Stati Uniti nel mondo. Inoltre, gli Stati Uniti elargiscono anche dei fondi supplementari, oltre la contribuzione annuale. Infatti, dal 2011, questi hanno versato 1,6 miliardi di dollari supplementari per il sistema antimissile israeliano Iron Dome, alcune parti del quale sono fabbricate in America. Lo stesso giochetto effettuato con le armi russe di cui abbiamo parlato prima.

E quali sono le imprese private “americane” coinvolte nelle forniture di armi a Israele? Lockheed Martin, Boeing, Northrop Grumman, General Dynamics, Ametek, UTC Aerospace e Raytheon. Sono le stesse che abbiamo visionato all’inizio. E negli azionariati di queste aziende chi troviamo? Sempre gli stessi. All’apparenza può sembrare tutto sconnesso, ma in realtà è esattamente il contrario. Abbiamo i vari premier in giro per il mondo che si indignano per la questione israeliana e poi, scavando cosa si scopre? Che la Germania è il secondo maggior esportatore di armi in Israele, fermo restando che i tedeschi non forniscono dati sulle armi che spedisce, tuttavia, secondo la CAAT, il Paese ha concesso licenze per vendite di armi a Israele valutate in 1,6 miliardi di euro tra il 2013 e il 2017, per arrivare a rappresentare il 24% delle esportazioni nel periodo 2009-2020. In base ai dati del SIPRI la Germania ha venduto armi ad Israele durante tutti gli anni ’60 e ’70 del ‘900 e lo fa ogni anno dal 1994.

Nel 1960 il Primo Ministro (israeliano) David Ben Gurion aveva incontrato a New York il Cancelliere tedesco Konrad Adenauer ed aveva sottolineato la necessità di Israele di avere dei piccoli sottomarini e di missili antiaereo. I primi colloqui in materia di difesa tra i due Paesi risalgono al 1957.

E l’Italia? Dove la mettiamo l’Italia dove si continua a gridare “No armi in Ucraina!” Secondo lo SIPRI, l’Italia rappresenta il 5,6% delle importazioni delle principali armi convenzionali di Israele nel periodo dal 2009 al 2020. La CAAT segnala che dal 2013 al 2017 le spedizioni di armi dall’Italia a Israele sono arrivate a 476 milioni di euro. Secondo Defense News (sito web e giornale americano su politica e armamenti) negli ultimi anni i due Paesi hanno concluso accordi in base ai quali Israele ha ottenuto aerei da addestramento in cambio di missili ed altre armi.

Nello stesso tempo però, si critica la colonizzazione israeliana prima, la si appoggia poi (adesso intendo) mentre si continuano ad esportare armi. Lo stesso per il conflitto in Ucraina. “Noi sosteniamo l’Ucraina” dicono i nostri politici camerieri dei banchieri, poi però la Camera di Commercio Russo-Italiana si dichiara entusiasta degli accordi e delle partnership con la Russia dove imprenditori russi e italiani collaborano, investono. Aprite questo link:

https://www.ccir.it/12-14-luglio-2023-bishkek-business-mission-kirghizistan/

Ci sono altri che esportano armi in Israele? Certo, c’è il Regno Unito, il Canada e molti altri, ma sarebbe inutile continuare. Questi dati non sono frutto delle mie elucubrazioni, li trovate nei link dello SPIRI che ho menzionato prima. Io ho messo quelli del quadriennio 2019 – 2022, ma potete visionare tutti gli altri andando a ritroso.

Quando si dice che il potere è apolide non è per caso. Sulle mani di questi maledetti scorre il sangue di milioni e milioni e milioni (e forse miliardi) di vittime e ancora continuano a farne. Loro dovranno rendere conto alla storia e all’umanità di quello che hanno fatto e che stanno facendo. Questo grazie alla complicità dei pupazzi che si fanno chiamare capi di stato che non sono altro che i camerieri dei banchieri. Sono servi, tutti, nessuno escluso.

Se è vero che il male è rappresentato da un gruppo di uomini con un mano un progetto malevolo, è altrettanto vero che questo male non potrebbe espandersi senza il collaborazionismo degli uomini. Quando impareremo a fare a meno dei leader o dei falsi salvatori della patria, allora avremo capito anche cosa vuol dire essere svegli. Allora, avremo capito realmente cos’è la libertà.

Nessuno ai piani alti si sta opponendo al potere degli usurai. Nessuno.

E per finire, voglio ribadire ancora una volta che se c’è una cosa vera a questo mondo è che se loro sono il cancro, noi siamo la cura.

Fonti

Bibliografia

  • P. Mohana Rao, Trilok Kumar Jain – Corporate Strategies, New Age Weapons for Excellence;
  • Satyajit Das – Traders, Guns and Money;
  • Jonathan A. Grant – Rulers, Guns, and Money, The Global Arms Trade in the Age of Imperialism;
  • Benjamin A. Anderson – The Value of Money;

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