
Prima parte
«Andate oltre le false affermazioni del “tradizionalismo” e scoprirete che le opere di Dugin sono un miscuglio assortito di utilizzo e distorsione di qualsiasi idea che possa essere manipolata verso il “caos”; demoralizzando l’Europa verso la sua visione imperialistica Eurasiatica. Eppure, c’è un’ispirazione distintamente ebraica dietro il duginismo. Nel 2002, la casa editrice AGRAF di Dugin ha pubblicato “Evrei i Evraziia” (Gli ebrei e l’Eurasia), una raccolta di scritti dell’autoproclamato eurasista ebreo degli anni ’20 e ’30 Yakov Bromberg, e del moderno associato sionista di Dugin, Avigdor Eskin. Estratti dalla raccolta sono stati pubblicati su un sito web eurasista israeliano e sono citati in tutto questo articolo.»
Le parole che avete appena letto sono di Jean Jobst, scrittore, ricercatore e storico, tratte da un suo articolo pubblicato il 1 novembre del 2017 che trovate a questo indirizzo:
Dunque, riportiamo alcune parti degli scritti di Dugin che vengono citati nell’articolo:
«Il volume faceva parte di uno sforzo per rafforzare i legami tra il movimento eurasista, quello Chabad Lubavich e i movimenti sionisti di estrema destra, citando con approvazione uno dei contemporanei di Bromberg (Lev Karsavin, che salutò il regime sovietico) sul “legame primordiale tra il popolo ebraico e la Russia”. Dugin ha elogiato il ruolo ebraico predominante nel bolscevismo come rappresentante di un ebraismo “positivo” continuato, che ora può contribuire alla “lotta generale contro la cultura occidentale” e alla fonda- zione del “Grande Impero eurasiatico”. Ha esaltato il “nazional-bolscevismo messianico” come “l’unione spirituale degli eurasisti ebrei e russi”… Continuando questa tradizione, Dugin ha aperto le sue organizza- zioni a un numero di ebrei che vanno oltre la loro quota della popolazione russa, con il kahanista Avigdor Eskin, il capo del MAOF Analytical Group Vladimir Boukharsky e il leader del sionista intransigente Be’ad Artzeinu e il rabbino chassidico Avram Shmulevich, tutti in posizioni di comando nell’apparato eurasianista. Shmulevich mantiene legami con il movimento suprematista ebraico e messianico Chabad, tramite il rabbino di Putin, Berel Lazar. Ciò non sorprende, dato l’interesse di Dugin per il messianismo ebraico, inclusa la Kabbalah… Nel suo articolo del 1999 per un sito web cabalistico, Dugin ha elogiato il concetto suprematista ebraico di “Tikkun Olum” come risoluzione tra ciò che ha definito un conflitto tra “Manifestazionismo” e “creazionismo”. Tikkun Olum è il concetto di “riparazione del mondo”, usato dai suprematisti ebrei per riferirsi al ruolo speciale degli ebrei nel “portare luce alle nazioni (goyim)”. Dugin ha un’affinità speciale verso la Cabala, con il suo amico Eskin che ha notoria- mente invocato una “pulsa dinura” cabalistica (maledizione della morte) contro Yitzhak Rabin nel 1995. La Cabala è il collegamento comune tra varie correnti chassidiche rappresentate da Shmulevich, il Kahanista/Kachista Eskin e i Chabad Lubavich del capo del rabbinato russo Berel Lazar…»

Non male come inizio per il nostro beniamino (si fa per dire) della tradizione e della fantomatica multipolarità, le cui idee, in salsa moderna, non sono poi così diverse da quelle di Kalergi. Curioso come sia Kalergi che Dugin abbiano riconosciuto nelle stesse persone un certo suprematismo.
Naturalmente, questo non vuole essere un attacco contro etnia alcuna, bensì, si vuole sottolineare delle analogie con quello che è stato, in un certo senso, il predecessore di questo pseudo filosofo. A partire dal riconoscimento di questo suprematismo, per finire alla sostituzione etnica (dietro la facciata della multipolarità) e molto altro che vedremo nel corso dell’articolo.
Prima di proseguire però, dal momento che questo suprematismo indica la presenza di un potere unico che muove tutto, nascosto dietro mille maschere, vediamo come Dugin, al contrario di quello che afferma la cosiddetta controinformazione che lo sponsorizza, conferma, fra l’altro, che non esiste multipolarità, ma una scacchiera le cui pedine vengono mosse da una sola mano e di come abbia sottolineato di aver contribuito lui stesso in questo senso. Ascoltate le sue parole nel filmato seguente durante una sua conferenza del 2023:
Aleksandr Gel’evič Dugin nasce a Mosca il 7 gennaio del 1962 dall’unione di Elio Alexandrovich Dugin, un Generale dell’intelligence dello Stato Maggiore delle Forze Armate dell’Unione Sovietica, e da Galina Viktorovna Dugina, una dottoressa. Si laurea in filosofia e in seguito consegue due dottorati di ricerca, uno in scienze politiche e l’altro in sociologia.
Fondatore del partito Nazional Bolscevico e del Movimento Internazionale Eurasianista, è definito da alcuni come “il cervello” di Putin, e risulta essere un appassionato studioso della Cabala, che spesso nomina ed elogia anche per avvicinare personalità di potere che possano avallare i suoi progetti, come abbiamo avuto modo di leggere prima. O forse, più che di suoi progetti, dovremmo parlare della realizzazione di un disegno.

Un disegno che pare essere chiaro vista la mole di materiale letterario (e non solo), che il filosofo russo è riuscito a produrre in questi anni; ma i disegni spesso hanno contorni sfumati, omissioni, e spesso sono quelle che fanno la differenza. Nonostante la propaganda lo identifichi come un fascista (o destrorso), Dugin si è definito più volte esattamente il contrario. Già nel 1995, in un intervista televisiva rilasciata mentre partecipava alle elezioni della Duma di Stato nel distretto nordoccidentale di San Pietroburgo, di cui potete leggere qui:
Egli ha affermato che:
«Dal 1987 appartengo all’opposizione patriottica. Nel 1991 mi sono schierato con il Comitato statale di emergenza, ritenendo che la preservazione della grande Unione sia molto più importante di altri piccoli problemi privati… gradualmente, dopo aver visitato l’Occidente, guardando le nostre riforme, m sono reso conto che ci sono due ideologie: capitalismo e socialismo, e devi solo scegliere tra le due. Ho scelto il socialismo e mi sono unito completamente all’opposizione patriottica di sinistra. Mi sono schierato dalla parte dei comunisti, anche nel campo economico, poiché sono un sostenitore del socialismo, dell’uguaglianza materiale. Sì, sono un sostenitore radicale del socialismo… sono particolarmente vicino ai comunisti, alla posizione di Zyuganov. E anche se non appartengo al suo blocco, vi esorto a votare per loro.»
Ricordiamo che Gennadij Andreevič Zjuganov è un politico e fisico russo, esponente del Partito Comunista della Federazione Russa. Ma Dugin non si limita a questo, infatti, successivamente, egli afferma che la Russia non appartiene né all’Europa né all’Asia e quindi deve espandersi per conquistarle entrambe. L’obiettivo principale dell’Eurasiatismo è la creazione di un’unica superpotenza/impero eurasiatico. Potremmo definirla una sorta di URSS 2.0, solo in una versione più ampliata. Dugin dice che la sua ideologia considera anche la Russia culturalmente più vicina all’Asia che all’Europa occidentale, sottolineando poi che L’Eurasiatismo non è mai stato necessariamente sinonimo di bolscevismo, ma che molti bolscevichi erano eurasisti.
Tuttavia, specie negli ultimi anni, Dugin ha cercato di mescolare queste posizioni ideologiche, con altre che si trovano dalla parte opposta, cercando di dare forma a una sorta di terza via, un pensiero nuovo. Siamo sicuri che sia così?
La nuova versione di Dugin si propone di superare il liberalismo, il comunismo e il nazifascismo (benché di quest’ultimo non ne abbia mai compreso molte delle verità nascoste al pubblico) perché in contrasto con concetti come comunità, giustizia e libertà personale del singolo. Concetti condivisibili, assolutamente etici…
Egli parte dall’analisi storica dei tre schemi e ne attacca la ormai obsoleta e inadeguata natura; l’ultimo dei tre, il liberalismo, è quello che gli fornisce il gancio per ideare e promuovere la sua “Quarta teoria politica”, da cui prende il nome anche uno dei suoi saggi più conosciuti. Per estirpare la finta idea di libertà che si è creata, Dugin propone, anzi si prodiga affinché attraverso la distruzione del liberalismo si giunga all’eliminazione dell’individuo a favore del “Dasein” e cioè “l’Esserci”, inteso come condizione umana in relazione con il mondo.
Secondo il filosofo il rapporto con “l’essere” da considerarsi valido è esclusivamente quello russo poiché quello occidentale vede l’individuo capace di identificarsi solo attraverso la società che lo circonda; costui, infatti, si riconosce e si identifica con l’altro, puntando all’universalismo, mentre l’individualità russa è tale in quanto russa, pura, da preservare.
C’è chi interpreta il pensiero di Dugin come rivolto ad un futuro migliore, dove l’uomo è considerato nella sua relazione con il mondo, in cui le differenze sono un valore da difendere. Una visione tra il mistico e il concreto che vede l’uomo “risvegliarsi”.
E se questa non fosse la giusta interpretazione? Con la scusa della crescita spirituale, della guerra al pensiero unico e alla globalizzazione, Dugin fa passare idee dal carattere decisamente diverso: la guerra all’Occidente, al cattolicesimo, un’idea malcelata di “fascismo alla russa” mescolato ad un “comunismo alla russa”.
Egli ha apertamente messo nero su bianco nel suo saggio intitolato “La quarta teoria politica” la volontà di realizzare un’ampia coalizione antiliberale, risultato dalla mistura delle più opposte ideologie imperialistiche, spogliato dei pregiudizi che queste ultime comportano, per portare la Russia in una posizione dominante tra i continenti.
Ma l’obiettivo non sembra solo la supremazia della Russia, l’idea è decisamente più consistente: un sistema antiliberale più ampio in grado di contrastare il mondo moderno, che viene identificato nell’Occidente, dove la nazione è il cuore e l’individuo è il nulla. Il nemico per eccellenza, espressione massima del liberalismo è l’America; nel 2018 Dugin nel suo libro “I Fondamenti di Geopolitica” fomenta la sovversione dei razzisti neri contro i bianchi. Cerca insistentemente alleanze con tutti le parti del mondo asiatico e medio orientale per isolare l’occidente. Citiamo le sue parole dal saggio “I fondamenti della geopolitica”:
«Io sono per i neri. La civiltà bianca – i suoi valori culturali, il modello bugiardo e disumano del mondo da essa costruito – non si è giustificata… la Russia si salva solo perché non siamo bianchi puri. Le multinazionali rapinatrici, l’oppressione e la repressione di tutti gli altri, MTV, il blu e il rosa: questi sono i frutti di una civiltà bianca che deve essere eliminata. Pertanto, io sono per il rosso, il giallo, il verde, il nero, ma non per il bianco.»
Insomma, si tratta di una dichiarazione di guerra alla razza bianca, senza mezzi termini. Il punto qui è la manipolazione. La cultura europea e occidentale è ben altro, non MTV e tutto il resto a cui lui si riferisce. Dugin sa perfettamente bene dove risiedono le basi culturali millenarie della società occidentale (greco-romane), ma le ignora completamente.
Ufficialmente cristiano ortodosso, Dugin accusa il cristianesimo di essere l’arma che ha decretato la fine della spiritualità dell’uomo, distruggere quindi il cristianesimo in quanto religione, per fare spazio all’ortodossia che secondo lui, invece, è la vera tradizione (Kabbalah in ebraico significa proprio tradizione, ma ci arriviamo tra un attimo); è un passo necessario per raggiungere l’obiettivo di cui abbiamo parlato.
Eppure, egli afferma fieramente di parlare ebraico e di essere un adepto della Cabala (definita da lui come la più grande conquista dello spirito umano. Inoltre, definisce la razza bianca come la stirpe di Satana (Amalek) e che quindi va eliminata. Anche in questo caso, ribadiamo che non si vuole attaccare nessuno, ma la domanda sorge spontanea: Perché Dugin assume queste posizioni?
Sono forse queste convinzioni la base per cui Dugin avrebbe sostenuto la politica filo sionista di Putin, protetto del movimento Chabad Lubavich? Dugin ha sottolineato il ruolo fondamentale degli ebrei nella lotta alla cultura occidentale, aprendo loro le porte delle sue organizzazioni e facendoli sedere in posti di potere. Può essere un indizio per trovare la risposta e potrebbe essere anche il motivo per cui si prodiga per distruggere il cristianesimo iniziando dalla Polonia, il paese ponte tra le due realtà, ma che deve scegliere da che parte stare se non vorrà scomparire.
La verità è che Dugin propaganda un’ideologia pericolosa e lo fa mescolando misticismo, occultismo, spiritualità e politica e di questo inganno, in occidente, pochi se ne sono accorti, anzi, molti che si definiscono di destra, tradizionalisti e altro ancora, cadono nell’inganno appoggiando un impostore.

Il fumo creato è un ottimo mezzo per nascondere quello che c’è in sostanza. Per avere un’idea concreta su un personaggio così eclettico è necessario trovare coerenza tra ciò che dice e ciò che fa, quindi chi e come ha vissuto Dugin? Risulta che sia stato membro del gruppo di intellettuali “Ordine Nero delle SS”. Uomini notoriamente dediti all’occultismo. La cosa non si sposa molto bene con la posizione religiosa assunta di facciata. Fra l’altro, Dugin ha affermato più volte di aver incontrato Christian Bouchet, capo della sede centrale francese della società occulta “Ordo Tempi Orientis” (Ordine del tempio d’oriente), organizzazione iniziatica internazionale fondata tra la fine del del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, di cui il noto Aleister Crowley è stato capo spirituale. Di seguito, una foto che ritrae Dugin in uno dei numerosi incontri con Bouchet.

Negli anni ’90, Dugin divenne direttore della rivista eurasiatica Elementy, che uscì con l’immagine di Baphomet, (il dio capra simbolo della Chiesa di Satana) già al secondo numero. Ha scritto molto di occulto fino a lodare il “lato spirituale e trascendentale del fascismo”. Benché non abbia mai avuto una conoscenza realistica di quello che era il nazionalsocialismo e il fascismo stesso, Dugin ne ha fatto concetti propri, rimescolandoli e adattandoli ad una sua personalissima visione, distante dalla realtà oggettiva. Ma non solo, ha fatto molto di più.
Nel 1995 insieme all’attore Sergei Kuryokhin ha pubblicato il “Manifesto dei nuovi maghi”, dove arte, magia e politica cambiano significato, divengono strumento per operare “nell’abisso”.

Di seguito , un filmato del 1995 in cui Dugin, ad una cerimonia in memoria del cabalista, occultista e satanista Aleister Crowley che abbiamo già nominato, in cui lo pseudofilosofo intona brani del personaggio suddetto. Non c’è bisogno che specifichi di cosa stiamo parlando. Lo trovate a questo indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=AFGMtX0YlN8&ab_channel=TheDashingRogue
Dugin ha proclamato la sua fedeltà alla “Via della mano sinistra” dell’occultismo, che abbraccia l’odio per il mondo, l’immersione nel male e la distruzione. La sua simpatia per il modo demoniaco di vedere le cose si manifesta nell’elogio del serial killer russo Andrei Chikatilo (un artista del mistero cosmogonico secondo Dugin).
E non è un caso che Dugin sceglie la “Stella del Caos”, un simbolo esoterico occulto composto da 8 frecce in uno schema radiale, come simbolo per il suo vero progetto: l’Eurasia. Nelle immagini sottostanti, a sinistra, la stella del caos; a destra, il simbolo dell’Eurasia.


Per chi non ne fosse a conoscenza, questo simbolo è stato adottato dagli Illuminati di Thanateros, un’organizzazione internazionale iniziatica. Il nome “Thanateros” deriva dall’unione di “Thanatos” (in greco personificazione della morte) ed “Eros” (dio dell’amore fisico e del desiderio). Tale scelta è il frutto dell’idea che il sesso e la morte rappresentino le modalità positiva e negativa per raggiungere un tanto agognato stato di coscienza magico. Il concetto di Caos è alla base della massoneria, la quale ne ha fatto anche il suo monito: Ordo Ab Chao, ossia Ordine del Caos. Ed è esattamente questo a cui auspica Dugin che, come abbiamo visto, elogia l’operato della massoneria e in- voca perennemente uno stato di caos in Occidente dal quale nascerà un nuovo ordine: Eurasia.
Fine prima parte
Autrice – Nina
Seconda Parte
Come precedente esposto da Nina, Aleksandr Gel’evič Dugin è ben noto per essere un cabalista. Egli, come sottolineato nella prima parte, ha affermato più volte che la Cabala è la più alta forma di spiritualità esistente. Tale conclusione ha un senso se si tiene conto del contesto, in quanto la Cabala rappresenta la base su cui poggiano tutti i movimenti occulti, esoterici e mistici (e non solo). La troviamo nella Teosofia, nella New Age, nello gnosticismo e via discorrendo a seguire.
Curioso però, come le affermazioni appena esposte arrivino da una persona che, stando alle idee che professa, dovrebbe trovarsi in completa contrapposizione alla visione cabalista.
Sia Vladimir Putin che lo stesso Dugin (i due simboli di questa Russia odierna), si professano cristiani ortodossi, ma se si guarda a chi sono coloro che li sostengono e le correnti che appoggiano, evidentemente le cose stanno in maniera diversa. Sembra di ritrovarsi di fronte alla stessa situazione (come menzionato prima da Nina riguardo la volontà di Dugin di distruggere il cristianesimo e la chiesa cattolica) presente all’interno della stessa chiesa cattolica. La chiesa è piena di marrani, i quali costituiscono la cosiddetta Quinta Colonna che l’ha infiltrata (specie dal Concilio Vaticano II). Questa Quinta Colonna massonica professa un cristianesimo di facciata per nascondere il vero credo.
Casualità o coincidenza (o forse qualcos’altro), è stato proprio Dugin, in un articolo articolo pubblicato su “Tradición Viva” e prima ancora su “Outono.net“, a fomentare con grande violenza la distruzione del cattolicesimo. L’articolo è stato pubblicato su uno dei portali ufficiali di Dugin ed è stato tradotto da Radio Spada. Ne riportiamo un estratto, segnalandovi il link dove poterlo leggere integralmente:
«II 2 agosto 2021, il sito web geopolitika.ru (indicato sul profilo Facebook di Dugin come uno dei suoi siti web) ha pubblicato un’intervista all’ideologo russo realizzata a Mosca dal giornalista polacco Grzegorz Górny, e tradotta in spagnolo da Juan Gabriel Caro Rivera, collaboratore abituale del sito di estrema sinistra Rebelion.org. Le dichiarazioni di Dugin nell’intervista sono molto sorprendenti. Vediamone alcune: “Bisogna di struggere il cattolicesimo dall’interno, per questo bisogna rafforzare la massoneria polacca, soste nere certi movimenti laici decadenti, promuovere un cristianesimo eterodosso e antipapista. Il cattolicesimo non può mai essere assorbito nella nostra tradizione se non assume un carattere nazionalista e antipapista. Se la Polonia avesse avuto una loggia come la Golden Dawn irlandese, con leader come William Butler Yeats o Maud Gonne, che erano cattolici, ma anche occultisti fanatici che attingevano alla cultura celtica, allora ci sarebbe stata qualche speranza per il cattolicesimo polacco… Queste persone sarebbero in grado di abbattere il cattolicesimo dall’interno e riorientarlo verso qualcosa di più non ortodosso e per sino esoterico. I miei amici in Polonia mi dicono che tutti i loro gruppi hanno collegamenti con Thelema o con le idee di Aleister Crowley…»
A questo proposito, mi permetto di suggerire la lettura di un saggio scritto da un gruppo di prelati scomunicati per essersi opposti al Concilio Vaticano II, pubblicato con lo pseudonimo di Maurice Pinay e intitolato “Complotto contro la Chiesa”. Il libro all’epoca fece un tale scandalo che all’inizio la sua diffusione fu totalmente impedita, soprattutto in Italia.
E qualcuno ora si chiederà: come si incastra tutto questo con il punto in cui si è conclusa la prima parte dell’articolo? Bene, se teniamo conto di quella che è la visione messianica dell’élite, sappiamo che si basa su tre punti fondamentali, i quali sono ben descritti dal grande Léon De Poncins nel testo intitolato “La misteriosa internazionale giudaica” di cui si riporta un estratto:

«Tra il giudaismo e qualsiasi altra religione non esiste soltanto una questione di sfumature, ma una differenza di specie e natura, un’antinomia fondamentale. Non siamo più in presenza di una religione nazionale, bensì di una nazionalità religiosa. Questa religione ha creato un popolo di finanzieri e rivoluzionari perché è:
- Esclusiva – dunque elitaria, quindi inassimilabile;
- Terrena – quindi materialista;
- Messianica – quindi rivoluzionaria.»
Ora, dall’estratto esposto si capisce anche molto chiaramente come gli ideali di Dugin si rispecchino in questa visione, tanto nella parte religiosa/spirituale, quanto in quella sociopolitica. E dunque, il paravento del suprematismo russo di Dugin, cosa nasconde in realtà? Forse un altro suprematismo?
Naturalmente, come esposto nella prima parte dell’articolo, tutto questo è fisiologico data la sua stessa provenienza. E tutto questo la dice lunga sulla perfetta e identica visione d’intenti che intercorre fra lui, Putin e coloro che stanno al vertice e che li manovrano.
Sottolineo anche io, come Nina, che qui nessuno sta attaccando questa o quella religione, si cerca solo di capire come mai ci sia questo genere di visioni e comportamenti e cosa possono nascondere, tutto qui.

Questa esclusività si riflette nella visione intollerante che Dugin professa e che esenta solamente il popolo russo (di facciata).
Il lato terreno, quindi materialista, si evince dalla volontà di arrivare con ogni mezzo possibile al successo, non importa se questo significa sacrificare idee, tradizioni e culture altrui in nome di una sola, poiché conta solo arrivare all’obiettivo finale, “trionfando sul mondo intero” per usare le sue stesse parole. Il lato messianico, e quindi rivoluzionario, si collega alla sua natura bolscevica, come lui stesso più volte ha ammesso, contrariamente ad una parvenza (piuttosto teatrale) di voler apparire come un nazionalista.
È facile perdersi negli scritti voluminosi di Dugin, discorsivi e piuttosto sinistri, o liquidarlo come completamente pazzo, tuttavia c’è un’idea metafisica coerente che sta alla base del suo pensiero deviato. Dugin, che non è un filosofo difficile da capire poiché non è un filosofo né un intellettuale né altro, bensì un propagandista, sostiene quello che chiama “Manifestazionismo”, il quale si oppone al creazionismo, che in questo senso non ha nulla a che vedere con la teoria dell’evoluzione.
Il Manifestazionismo sostiene che non esiste una linea precisa tra il mondo divino e quello naturale e nega l’esistenza di qualcosa di interamente non divino. Il creazionismo, invece, sostiene che il mondo è stato creato da Dio dal nulla e che la distinzione tra il divino e il non divino è la distinzione tra la causa increata di tutti gli altri esseri e le entità create da quella causa ex nihilo. Dunque, solo il Dio increato può essere adorato; va da sé che adorare come divino qualcosa che non sia il creatore è peccato di idolatria, secondo il creazionismo.
Dugin sostiene che l’Antico Testamento sia creazionista, ma che il cristianesimo rifiuta il creazionismo. Secondo lui, infatti, la venuta di Cristo aveva lo scopo di confutare e rovesciare il creazionismo. Egli identifica correttamente la Chiesa Cattolica Romana come creazionista, ma ne deduce che essa è nemica del vero Cristianesimo. La conclusione di Dugin è che gli angeli caduti avessero ragione nel rifiutare lo status di esseri puramente creati, poiché questo rifiuto era giustificato dal Manifestazionismo.
Se ricolleghiamo il suo pensiero a quanto descritto prima da Nina sulle sue appartenenze occulte e a quanto esposto sulla distruzione della chiesa cattolica, si fa presto ad unire i puntini. Il filone è sempre lo stesso.
Quello di Dugin non è nazionalismo, patriottismo, tradizionalismo o che dir si voglia, ma suprematismo, il quale viene portato avanti in nome di ideali e scopi nobili, quando in realtà sono correlati ad una visione unica e messianica di una sola élite di potere che domina su tutti gli altri, che lui e lo stesso Putin, servono fedelmente.
Tutto questo ha ancora più senso se si tiene conto del fatto che la visione internazionalista e bolscevica di cui è permeato Dugin è anch’essa un derivato di coloro che il bolscevismo e quindi il comunismo, lo hanno creato, finanziato, sostenuto e che tutt’ora sostengono.
Non a caso ci troviamo in un contesto di comunistizzazione globale, dove il “Non avrai nulla e sarai felice” è una formula grottescamente ironica di quello che è il vero comunismo internazionale. Un nuovo Ordine mondiale unipolare dove tutti devono essere uguali, senza cultura, tradizione o identità raziale, spogliati di qualunque precetto spirituale o religioso, ma con un un’identità digitale, una valuta digitale, portafoglio digitale, un ideale collettivo in cui credere, senza una casa, un mezzo di trasporto proprio e possibilmente senza consumare troppa Co2. Naturalmente nessuno menziona al fatto che in paesi come Russia, Cina, India, Brasile e via discorrendo (cioè quei paesi che ci vengono proposti come salvifici) i piani dell’Agenda sono ad uno stadio più avanzato che nel mondo occidentale.
Tutto questo rientra nei precetti del comunismo che Dugin, in sostanza, seppur in maniera più o meno celata, sostiene. Insomma, un’umanità fatta di gusci vuoti, e per accreditare ancor di più tale conclusione, credo sia utile leggere un passaggio tratto dal saggio documentale intitolato 2Il volto del bolscevismo” di René Fülöp-Miller, il quale negli anni’30 poté vedere con i suoi occhi di cosa stiamo parlando e di quanto questo sia attuale:
«Con l’esasperazione dei fanatici, i bolscevichi condannano tutti coloro che vogliono introdurre di soppiatto una psiche nell’uomo collettivo a costruzione meccanica per deporre in lui sin d’ora il germe di decomposizione a cui si riduce in fondo ogni specie di psiche. L’uomo collettivo non deve diventare un organismo psichico: le basi su cui sorgerà l’umanità meccanizzata non rappresentano momenti spirituali, ma soltanto l’unione materiale di molti per costituire un apparecchio comune di lavoro e di produzione. Con non minore severità viene respinta, come sospetta di significati controrivoluzionari, l’opinione che l’uomo-massa abbia il carattere di un organismo biologico. Il dividuo organizzato, meta suprema a cui tende la società comunista priva di classi, avrà un unico contrassegno organico: lo scheletro, che fornirà lo strumento di lavoro; secondo afferma Bucharin, i rapporti di produzione costituiranno l’ossatura di tutto il corpo sociale. Ma non è tutto: alcuni bolscevichi, ai quali la grazia della concezione materialistica delle leggi naturali ha donato l’attitudine alle profezie scientifiche, già vedono e annunciano l’era, in cui, con il progressivo meccanizzarsi di tutte le manifestazioni di vita, anche gli ultimi resti umani di ogni elemento organico spariranno, sostituiti da meccanismi. Allora anche « lo scheletro dei rapporti produttivi si trasformerà finalmente negli elementi di un gigantesco e fidato automa, uomo collettivo ideale.»

Guardiamoci intorno e chiediamoci se davvero le cose, non stiano davvero così.
Al seguente indirizzo è possibile vedere un lungo filmato in cui Dugin afferma quanto esposto sulla Cabala e le sue appartenenze:
https://www.youtube.com/watch?v=8AtFcidXbgY&ab_channel=cjbbooks

La sintesi perfetta di tutto questo, quindi, trova il suo apice nell’Eurasia.
Dugin elaborò la dottrina filosofico-geopolitica conosciuta come neo-eurasiatismo agli inizi degli anni Novanta, ma fu solo nel 2000 che fondò il “Movimento Panrusso Eurasia”, che l’anno successivo divenne un vero e proprio partito politico. Nel 2003 il partito diventa un’organizzazione non governativa, col nome di “Movimento Internazionale Eurasiatista” (Meždunarodnae Evrazijskoj Dviženie).
Dunque, come accennato nella prima parte, il gruppo predica un’ideologia antiliberale e antioccidentale, attingendo a una lunga tradizione russa che ha sostenuto l’idea dell’“unicità” della Russia; tuttavia, abbiamo visto anche come questo sia falso, poiché in realtà mira alla supremazia di altro.
Ad esempio, perchè non parlare del gruppo For Our Land, guidato dal rabbino Avrom Shmulevich, nato in Russia e residente in Cisgiordania, e che predica lo stesso approccio falsamente antioccidentale del movimento panrusso. Perché dico falsamente? Per il semplice motivo che chi muove i fili di Dugin, Putin o che dir si voglia, è lo stesso che muove tutto da questa parte.
Questo potere ha sempre operato su due piani differenti per arrivare ad un unico scopo e i fatti lo dimostrano. Che poi l’Europa debba essere distrutta è verissimo, ma sotto la parvenza di una grande vittoria che deve passare attraverso la formazione dell’Eurasia, la quale non contempla tutta quella che è la nostra storia di oltre 2000 anni.
Lo scopo principale del gruppo Four Our Land a cui è affiliato Dugin, come ha più volte affermato lo stesso Shmulevich, è far rivivere lo spirito sionista e combattere per la Terra d’Israele. Insomma, una dichiarazione d’intenti piuttosto forte. E stando alle ultime azioni di Putin con la Siria, si ha l’ennesima conferma.
E se a questo, uniamo la visione di un altro personaggio della “fazione” Dugin, ovvero il professor Sergey Karaganov, conosciuto in certi circoli di politica estera come il “Kisinger russo” (preside della Facoltà di Economia Mondiale e Affari Internazionali presso la Scuola Superiore di Economia dell’Università Nazionale di Ricerca) nonché (udite udite) membro della Commissione Trilaterale della famiglia Rockefeller dal 1998 e nonché (udite udite) ex membro del direttivo del Council on Foreign Relations Americano e membro del RIAC (Il think tank russo di cui abbiamo parlato negli altri articoli, tentacolo russo del CFR appunto) (per i più scettici potete visitare la pagina del RIAC a lui dedicata a questo link: https://russiancouncil.ru/en/sergey-karaganov/ ) il quale sostiene la necessità di un partenariato sostenuto da Pechino, basato su un sistema di legami economici, politici e culturali tra diversi stati, insieme alla Cina, svolgendo il ruolo di primus inter pares, atti ad assorbire l’Europa.



Ciò significa che non si guarda, come sostiene Dugin (di facciata), ad una preservazione della cultura, delle tradizioni e delle identità di ogni singolo popolo europeo, bensì alla cancellazione di essi, tramite un meticciato (provocato – vedi piano Kalergi) che trova il suo apice nel passaggio da Europa a Eurasia. Un trapasso che sta avvenendo proprio sotto i nostri occhi, con un consenso mai visto prima. Del resto, è stato proprio lui a scrivere nel suo saggio intitolato “I fondamenti della geopolitica” che:
«Un aspetto importante della visione del mondo eurasiatico è la negazione assoluta della civiltà occidentale.»
La negazione della civiltà occidentale. Cioè, la nostra vera cultura, le nostre radici, le nostre tradizioni spazzate via per abbracciarne altre che non ci appartengono. Non di meno, Dugin, come altri intellettuali cosmopoliti di questa falsa destra, fa leva sul senso di colpa dell’Occidente nei confronti del mondo per far sì che noi accettiamo l’idea di essere sottomessi ad altri per espiare le nostre colpe. Quali esattamente? Sono diverse da quelle che appartengono a tutte le altre popolazioni che sono state vittime (e carnefici) nel corso della storia? Sempre dall’intervista di Górny leggiamo le sue parole:
«L’Occidente dovrebbe pagare per tutto. Sarebbe meglio sistemare la questione con i cinesi, i tartari, i musulmani, insomma, con tutto questo nomadismo eurasiatico. Recentemente, mentre camminavo per le strade di Parigi, ho notato all’improvviso che mancava qualcosa. E ho capito che era la mancanza di odori, una certa sterilità, asettica. L’unico profumo in Occidente è il profumo. La terra, l’aria, i fiori e gli alberi hanno co- minciato a profumare solo in Polonia, e quando sono tornato in Russia mi sono immerso nella fol- lia degli odori. L’Occidente è una terra morta. Prenderà vita solo quando sarà colonizzato da co- sacchi, tagiki, mussulmani e kazaki.»
E questa sarebbe la tradizione? La libertà? La multipolarità? Si integra quanto appena esposto, con un passo del saggio “La quarta teoria politica”, in cui Dugin si spinge ben oltre, per buona pace dei sostenitori di questa, appunto, falsa multipolarità:
«Avremo un modello con la presenza di un universalismo regionale in un grande spazio che donerà a larghe fasce e segmenti significativi di umanità le necessarie dinamiche sociali tipiche della globalizzazione e dell’apertura.»
In poche parole, (universalismo, globalizzazione) il tanto agognato Mondialismo voluto dai lorsignori che stanno al vertice.
Dugin è sempre stato molto abile a prendere concetti filosofici, ideologici e politici (anche contrari alla sua visione) per mistificarli, rimodellarli, e propinarli al fine di fare propaganda. Un esempio è quello di Heidegger che Nina ha menzionato nella prima parte. Quando Heidegger parlava di “Essere e tempo”, dell’importanza del Dasein – Esserci, quando evidenziava il male di una società tecnicista e materialista, quando guardava alla caduta della civiltà occidentale, dell’uomo occidentale, del pericolo della perdita della tradizione, non lo faceva solamente perché animato da un’intelligenza mentale ed emotiva fuori dal comune, non lo faceva solamente perché per lui, il campo degli interrogativi legati al senso dell’esistenza era come per noi potrebbe essere il soddisfacimento della fame, ma perché sentiva la necessità di avvertire la civiltà occidentale dei pericoli a cui stava andando incontro, nel tentativo che essa si rendesse conto della realtà dei fatti.
Dugin fa suoi i concetti di Heidegger, rimpastandoli in salsa neo sovietica, per preservare la tradizione di una sola élite di potere, per il suprematismo di quella sola élite di potere, attaccando ogni altra forma di tradizione o cultura giudicate non all’altezza di quella professata da egli stesso. Lo scopo è affermare la propria tradizione, cultura e visione del mondo, distruggendo quella altrui.
Heidegger, uno dei più grandi filosofi mai esistiti, non ha mai affermato una cosa del genere. Alla stessa stregua, Dugin ha fatto con il pensiero di Evola, con quello Nazionalsocialista, un continuo rimpasto su rimpasto solo per accaparrarsi le più disparate simpatie, in modo che queste abbraccino tale visione che è contro di noi.
Vorrei ora proporvi due estratti dal tomo diviso in sei volumi intitolato “Ordo Ab Chao” di David Livingstone, il quale ha affrontato ampiamente il personaggio in questione:
«Nel saggio intitolato i Fondamenti di geopolitica, Dugin propone varie strategie per diversi paesi su come combattere l’influenza americana o ottenere alleati, asserendo la necessità che i servizi speciali russi e i loro alleati provochino ogni forma di instabilità possibile. Per Dugin, come da lui stesso affermato, è particolarmente importante introdurre il disordine geopolitico nell’attività interna americana ed europea, incoraggiando ogni tipo di separatismo e di discriminazione etnica, sociale e razziale conflitti, destabilizzando così i processi politici interni.»
Come dimostrato in precedenza, questo separatismo è uno specchietto per le allodole, specialmente se si tiene conto che tali manovre, sono coordinate dallo stesso potere che ha voluto l’unione europea, così come oggi vuole l’Eurasia. A questo proposito, suggerisco, per chi non lo avesse ancora fatto, di leggere l’articolo che scrissi sull’Eurasia qui sul blog e quello su Kalergi, poiché è tutto collegato. Li trovate a questi indirizzi:
Tornando a noi, passiamo al secondo estratto sempre di David Livingstone:
«L’obiettivo di Dugin è quello di unire le forze di destra in Europa sotto la bandiera di un movimento eurasiatico. A differenza del passato, quando gli elementi filosovietici all’estero venivano reclutati dalla sinistra, la Russia oggi, pur essendo sempre sovietica nel cuore e nell’anima, coltiva una base di appoggio di destra, presentandosi come leader di un nuovo conservatorismo globale.»
Successivamente, Livingstone aggiunge:
«Gli sforzi di Dugin nel costruire legami con la destra Europea sono legati a progetti simili negli Stati Uniti, dove sta stringendo rapporti con l’alt-right, che fra l’altro, hanno rafforzato la campagna presidenziale di Donald Trump. Il tentativo della Russia di consolidare le organizzazioni internazionali è finito sotto l’egida di quello che viene chiamato il Movimento nazionale-conservatore mondiale” (WNCM), una versione moderna del WUNS. La forza trainante del movimento è la sezione pietroburghese dell’estrema destra Rodina (Patria) e il Movimento Imperiale Russo, tutti coordinati sempre dalla stessa mano. Rodina è stata fondata nel 2003 e uno dei suoi cofondatori è stato l’attuale vice primo ministro Dmitry Rogozin, vicino sia a Dugin che ad Avigdor Eskin. L’elenco dei partiti e gruppi a cui i fondatori della WNCM hanno invitato a partecipare comprende 58 organizzazioni. La maggior parte di loro proviene dall’Europa.»
Ora, da un uomo che si dichiara antieuropeista, che vuole cancellare l’Europa stessa, che vuole distruggere il cristianesimo, che si dichiara antioccidentale, che vuole spazzare via la chiesa cattolica ecc, risulta piuttosto inusuale il fatto che continui a stringere legami in Europa e anche negli Stati Uniti, come dimostra Livingstone. Tuttavia, ponendo il caso che sia per mero interesse strategico (o geopolitico), allora questo accrediterebbe ancora di più il fatto (decisamente acclarato) che costui, come tutti gli altri, lavora (come Putin) per coloro che stanno al vertice.
Ma questa non è un ipotesi, bensì una certezza. Oggi, un personaggio così viene definito Gatekeeper, ma francamente io non amo gli anglicismi e credo che comunque certe parole, non bastino. Anche se ci sarebbe ancora tanto da dire sul personaggio, riteniamo quanto esposto esaustivo, nella speranza che quante più persone possibili si pongano delle domande.
Tuttavia, dato l’aggiornamento di questo articolo effettuato oggi (07/01/2025), vorrei comunicare che Dugin è stato oggetto di analisi profonda nel libro che ho pubblicato di recente: “Kalergi, Mondialismo, Eurasia – La fine della civiltà europea”.
Vi lascio il collegamento alla presentazione del libro, dove, per chi fosse interessato, troverà anche il link per acquistarlo:
In conclusione, sulla base dei fatti e non delle teorie, della propaganda o che dir si voglia, Dugin ad oggi è fra i collaborazionisti più pericolosi in circolazione.
Fate attenzione a ciò che vi viene gettato in pasto ogni giorno. Non è oro tutto ciò che luccica.
Fonti
Bibliografia
- Pavel Stroilov e Vladimir Konstantinovič Bukovskij – EURSS. Unione europea delle Repubbliche Socialiste Sovietiche;
- René Fülöp-Miller – Il volto del bolscevismo;
- Luigi Cozzi – Nell’ora di Giuda;
- Gianantonio Valli – Giudeobolscevismo;
- Bruno Maçaes – The Dawn of Eurasia: On the Trail of the New World Order;
- Susan Bradford – Tartar Treachery: The Inside Story on How International Bankers, Communist China, and The Vatican Collaborated to Advance a Centuries Old Plan for a New World Order;
- Aleksandr Gel’evič Dugin – L’inconscio dell’Eurasia;
- Aleksandr Gel’evič Dugin – La quarta teoria politica;
- Aleksandr Gel’evič Dugin – Fondamenti di Geopolitica;
- Aleksandr Gel’evič Dugin – The Metaphysical Factor in Paganism;
- David Livngstone – Ordo Ab Chao;
- Anatoliy Mikhaylovich Golitsyn – The Perestroika Deception;
- Anatoliy Mikhaylovich Golitsyn – New Lies for old;
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